Reggio Calabria: grande successo della “Norma” di Bellini al teatro Cilea [FOTO]

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Il capolavoro di Bellini trionfa al teatro Cilea: l’editoriale di StrettoWeb sull’allestimento in oggetto

Citando l’incipit di un celebre coro del libretto di questo che è, senz’altro, uno dei capisaldi del melodramma, possiamo dire: “Norma viene”! La stagione infatti del “Rhegium Opera Festival”, che si sta svolgendo grazie al sostengno della associazione culturale “Traiectoriae” ed al patrocinio del comune di Reggio Calabria, prosegue con quello che è comunemente ritenuto il capolavoro del compositore ottocentesco Vincenzo Bellini: la “Norma”. La città della fata Morgana si catapulta così in foreste celtiche rigogliose di querce e di druidi (il cui nome, lo ricordiamo, non vuol dire proprio altro se non: “coloro che hanno il sapere delle querce”!) adoranti l’Irminsul, sulla cui incolumità pende però la spada di Damocle di Roma antica, assetata di vittorie. Ed è nel conflitto tra questi due mondi, tra quello primitivo e primigenio di Oroveso, dei druidi e della fiera Norma, e quello corrotto e mendace di Pollione, che si gioca tutta l’architettura drammatica di questo melodramma. Andando tuttavia al dunque, l’allestimento reggino del capolavoro belliniano risulta senz’altro ai nostri occhi di pregevole qualità, e sotto tutti i punti di vista. Norma e i sacerdoti si aggirano nelle Gallie, per fortuna, e non, magari, a New York o sulla luna, come alcune dissennate regie moderne potrebbero volere: la regia di Renato Bonajuto (con la preziosa collaborazione di Teresa Gargano) é difatti non solo molto bella e coinvolgente (rispondendo però ciò solo a vacui criteri estetici del tutto soggettivi, sarebbe sostanzialmente ininfluente ai fini di una corretta critica musicale, quale quella che noi, umilmente, ci prefiggiamo come obiettivo), ma anche, e ciò ci preme sottolineare, molto filologica ed ossequiosa del libretto di Felice Romani. Bellissimi i costumi, davvero di alto livello e molto suggestivi (relativamente ai quali sorge solo, spontaneo, l’interrogativo in merito al costume di Pollione: un proconsole romano del I secolo a. C. si aggirava tra le selve e conduceva le copiose campagne militari dell’epoca vestito di blu?!); da apprezzare poi anche quelle che possiamo definire “scene”, ma che di fatto erano solo delle immagini in movimento (senz’altro di sbalorditivo impatto visivo, ed anche ben fatte, non c’è dubbio!) che hanno voluto sostituire con, probabilmente, dubbia efficacia, delle scene tradizionalmente intese. Passando tuttavia al cast, non potremmo non incominciare col tessere le lodi della reggina Marily Santoro nel ruolo di Norma: che orgoglio per la nostra terra! Formatasi nel nostro conservatorio sotto la guida del maestro Liliana Marzano ed allieva, poi, nientepopodimeno che di Raina Kabaivanska, attualmente calca le scene di teatri italiani e stranieri lasciando tutti (come noi questa sera!) a bocca aperta: sappiamo tutti come sia un soprano lirico spinto, ma fa piacere notare come abbia non solo un fraseggio impeccabile, ma anche dei filati davvero stupefacenti… Senza poi tralasciare la sua presenza scenica, davvero notevole. Molto buona è anche stata la prestazione del tenore Davide Ryu nel ruolo di Pollione, del quale possiamo apprezzare, in particolare, il bel timbro; per la sua carriera futura gioverebbe solo l’auspicio, tuttavia, che acquisisca una più solida presenza scenica, unico appunto negativo che potremmo difatti rivolgergli. Complessivamente apprezzabili, poi, gli altri solisti: Francesca Romana Tiddi nel ruolo di Adalgisa, Evgeniy Stanimirov nel ruolo di Oroveso (probabilmente, però, non nel pieno delle loro forze) ed infine Stefania Campicelli nel ruolo di Clotilde e Nino Mauceri nel ruolo di Flavio. Stupefacente oserei poi definire la prestazione del coro lirico “F. Cilea”, da sempre garanzia assoluta di successo in tutti i teatri di Calabria e Sicilia, diretto, come di consueto, dall’impeccabile maestro Bruno Tirotta. Molto buona, poi, la prestazione per l’orchestra filarmonica “F. Cilea”, diretta questa volta dalla bacchetta brillante e promettente della giovane Viliana Valtcheva (la quale, lo ricordiamo, ci aveva già dato grande prova della sua bravura nello scorso gennaio con la “Messa da Requiem” di Verdi). Fiduciosi e gioiosi per questa bellissima stagione lirica che giunge finalmente (e lungamente attesa!) in una città che di lirica e di teatro ha tanta sete, porgiamo un ulteriore plauso all’organizzazione tutta ed un auspicio, affinché la cultura nella nostra città sia sempre più sostenuta e ravvivata da simili iniziative.

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