Il calabrese Mario Manganaro presenta idee e progetti per la ripresa della Calabria
“Un rilancio della Calabria è possibile”, lo sostiene l’imprenditore reggino ma trapiantato a Roma Mario Manganaro, il quale dopo il terremoto del 2009 ha deciso di aiutare con idee e progetti la ricostruzione di L’Aquila. Manganaro, che da sempre vive a Roma si è contraddistinto per una serie d’iniziative culturali e imprenditoriali, che, di fatto, hanno permesso alla città abruzzese di rimettersi in corsa in attesa di tornare alla normalità. Un esempio è il progetto “Network culturale Aquila”che abbraccia l’intero patrimonio artistico locale e che prevede, tra l’altro, la creazione di una scuola di formazione internazionale dei beni culturali con base all’Aquila, che aggreghi le associazioni e le realtà già esistenti sul territorio, rinnovandole e ampliandole. L’imprenditore reggino ha voluto spiegare il progetto e allo stesso ha indicato come la Calabria potrebbe costituire qualcosa di analogo che garantirebbe una crescita sostanziale: “E’ stato un grande progetto di sviluppo a livello internazionale – ha commentato l’imprenditore di origine calabrese – in grado di determinare la rinascita territoriale ma anche di attrarre turisti e investitori, ciò che servirebbe per la Calabria. L’Aquila è diventata un laboratorio, perché l’iniziativa replicata su scala su scala nazionale rilancerebbe il turismo. In Abruzzo abbiamo partecipato con fondi vari e avevamo introdotto nel sistema arte, formazione, commercio, trasporti, tecnologia e turismo”. Un’idea importante quella di Mario Manganaro, molto legato all’Aquila, che da anni s’interessa ad azioni per il rilancio di un territorio duramente segnato dalla tragedia del sisma. “Ho portato –continua Manganaro– il progetto nelle mani del sindaco e del vice presidente della Regione oltre che ai vari ministeri. Tra le ipotesi per la realizzazione del progetto di caratura mondiale c’era la creazione di una legge ad hoc come già successo per esempio per Expo Milano 2015 e per le Olimpiadi invernali di Torino 2006″.