Si è tenuta sabato sera presso la concattedrale di Gerace la celebre “Messa dell’incoronazione” di Mozart
A ventitré anni noi, uomini del 2018, siamo per lo più degli studenti universitari in crisi ed in preda alla disperazione per gli esami universitari, o piuttosto dei giovani assuefatti da una spasmodica ricerca per un impiego; a ventitré anni, nel lontano 1779, un giovane talentuoso di Salisburgo componeva invece già dei capolavori della musica sacra. Stiamo parlando del grande Wolfgang Amadeus Mozart il quale, per l’appunto, a sì giovane età compose, tra le altre cose, la sua Coronation Mass K317 (volgarmente nota come la “Messa dell’incoronazione”). Incominciamo ad ogni modo la nostra disamina corrente ricordando come nacque questa composizione: secondo la tradizione questo titolo deriverebbe infatti dal motivo stesso per il quale la Messa in questione fu commissionata e composta, ovverosia l’incoronazione, per l’appunto, di una icona mariana conservata in una chiesa presso Salisburgo. Quindi, possiamo dire, niente di fuori dal mondo, per l’epoca. Ed è in ciò tuttavia che il genio del giovane compositore si è come sempre distinto: nell’aver saputo armonizzare le istanze della tradizione della musica sacra con i vanni della sua mente rivoluzionaria, della sua grandezza.
Vogliamo inoltre comunque ricordare una delle motivazioni che hanno spinto a che questo concerto fosse rappresentato proprio nella cattedrale di Gerace: esso dà difatti il la alle celebrazioni per la elevazione della sopra citata concattedrale “Santa Maria Assunta” a Basilica minore: un passo importante per la diocesi di Locri-Gerace, in rappresentanza della quale c’è anche stato, proprio per questo, il vescovo Francesco Oliva (il quale ha inoltre personalmente ringraziato, a concerto finito, l’organizzazione e gli artisti tutti, ricordando la circostanza tanto importante per il duomo del borgo calabrese).
Ponendo ad ogni modo bando a queste ciance prolusive, porgiamo in primis il nostro consueto e più che dovuto plauso all’organizzazione culturale “Traiectoriae”, organizzatrice, per l’appunto, del “Rhegium Opera Music Festival”, del quale l’evento in questione è parte; in particolare tuttavia riteniamo che il nostro focus debba essere rivolto al direttore artistico del festival, motore primo di tutta questa macchina: Domenico Gatto. Senza la sua instancabile attività, senza la sua costante e propositiva voglia di fare, niente di tutto ciò potrebbe avvenire; è lui che ha riportato da due anni la lirica a Reggio Calabria. E crediamo che anche solo ciò potrebbe bastare nel chiederci il perché di tanti elogi.
Passiamo tuttavia adesso al nostro esame dei protagonisti musicali di questo evento; e partiamo proprio dai quattro solisti: come non potremmo, a riguardo, tessere delle convinte lodi della reggina Ilenia Morabito? Il suo timbro è quanto potremmo definire l’esemplificazione del soprano lirico: morbido, luminoso, bello! E non di meno è senz’altro Andreina Drago, contralto davvero promettente e convincente. Passando ai due uomini della serata, non possiamo poi che elogiare in primis Didier Pieri, tenore leggero di grande bravura, dal timbro chiaro, limpido… Quanto di più auspicabile per Mozart insomma! E come sempre garanzia di successo è la voce di Giuseppe Zema, basso reggino davvero di tutto rispetto.
Ciliegina sulla torta, coronamento a tutto questo evento sono infine stati il coro e l’orchestra: e partendo dal coro, dobbiamo anzi ricordare come due siano stati i cori: in primis, il possente coro lirico “F. Cilea” (diretto come sempre dall’impeccabile maestro Bruno Tirotta), la cui maestosità ben si è incorniciata nel bellissimo scenario della cattedrale calabrese, cui si è questa volta, dicevamo, ben amalgamato un altro coro: il coro polifonico Santa Maria Assunta della Cattedrale di Gerace, diretto da Isidoro Galdino. Concludiamo poi elogiando la prestazione dell’orchestra del teatro Cilea, immancabile garanzia di successo, ben diretta dal bravo maestro reggino Alessandro Tirotta, grande musicista che porta così alto il nome della nostra città in tutta Italia.
Sperando infine che tali eventi siano costanti e non un unicum nel panorama culturale della nostra regione e della nostra provincia, trepidanti già aspettiamo e speriamo di poter scrivere tanti articoli di musica e di bel canto di tal fatta, intrisi di gioia e di soddisfazione.