Terremoto a Catania, case costruite sotto l’Etna: a denunciare per primo gli abusi edilizi fu Vittorio Sgarbi

StrettoWeb

Terremoto a Catania, parla Vittorio Sgarbi che per primo denunciò gli abusi edilizi nelle aree a rischio in Sicilia

In Sicilia, dopo il violento terremoto della notte del 26 dicembre a Catania, scoppia la polemica sulle case abusive costruite vicino all’Etna. Sono 6.600 le abitazioni colpite da ordinanze di demolizione mai eseguite. Secondo il Rapporto sull’Abusivismo edilizio in Sicilia, l’84% degli immobili costruiti illegalmente si trova in zone a rischio sismico. Quando Vittorio Sgarbi, appena eletto deputato, sollevò il problema fu sommerso dalle critiche. Sgarbi ricorda quell’episodio ai microfoni di Spraynews.it:
Alla fine del 1991 l’Etna aveva ripreso ad eruttare e non si fermò fino al ’93. L’esercito e i Vigili del Fuoco fu costretto a costruite una barriera per arrestare la colata. Ma la lava era così intensa che l’8 aprile del ’92 si riversò fino al comune di Zafferana Etnea. Io, appena eletto in Parlamento, mi recai sul posto e a bordo di un elicottero sorvolai l’area intorno al cratere. L’immagine che balzò ai miei occhi era incredibile. Le abitazioni abusive si estendevano alle pendici e sui lati del vulcano, incuranti del pericolo. Feci una dichiarazione contro gli abusi edilizi, dicendo che c’era da augurarsi che la lava cancellasse quegli orrori edilizi. Mi riferivo in particolare a una orripilante chiesa vicino a Zafferana Etnea, costruita secondo i criteri del modernismo più ridicolo e che era stata sfiorata dalla lava. Tutti si scagliarono contro di me per quella dichiarazione. Ma poi emerse che gran parte delle case in quella zona erano abusive e anche di proprietà di mafiosi. La vicenda finì con una polemica violentissima contro di me, come se avessi invocato la morte dei siciliani, invece invocavo solo il contrasto alla speculazione edilizia. Sono passati trent’anni ma le abitazioni abusive sono ancora lì. Gran parte di quello che è costruito sul fianco dell’Etna, se abusivo andrebbe eliminato e se invece è storico si pone il problema di garantire i cittadini trasferendoli altrove. L’Etna è in ottima forma e quindi non ci giocherei troppo”.

Condividi