Terremoto ai piedi dell’Etna, l’esperto spiega le ragioni del sisma: “il magma la cui fuoruscita del magma crea un disequilibrio nel sistema attivando la faglia. Possibili altre scosse in tempi ravvicinati, zona ad alta attività sismica”
“La zona dell’Etna orientale, dove stanotte si è registrato un terremoto di magnitudo 4,8, è ad alta attività sismica. Perciò non si possono escludere altre scosse in tempi ravvicinati“. Lo ha detto il direttore del Dipartimento e professore di geofisica dell’Università di Catania, Carmelo Monaco. “Siamo in presenta -spiega- di una tipica attività della zona in cui periodicamente movimenti tettonici ed eruzione dell’Etna si alimentano a vicenda. Il tutto parte da un processo tettonico di apertura che richiama il magma la cui fuoruscita crea un disequilibrio nel sistema attivando la faglia e causando il sisma. In genere si tratta di terremoti molto superficiali che hanno la caratteristica di causare danni significativi se rapportati all’entità, ma in un raggio d’azione molto circoscritto. Nella zona sono molti i terremoti registrati negli anni passati e tutti con le stesse caratteristiche. Si tratta sempre di terremoti legati all’attività del vulcano. Una sorta di gioco tra attività vulcanica e tettonica. Fenomeni simili ci sono stati per esempio nel 1875, nel 1914, nel 1919, nel 1931, nel 1984 e da ultimo nel 2002 quando il 29 ottobre in una giornata si registrarono 5 scosse di terremoto di magnitudo superiore a 4″.