Reggio Calabria: Gaetano Pecoraro de “Le Iene” ha visitato le strutture di Locri e Polistena che fanno capo all’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria tra degrado, incuria e problemi vari
L’inchiesta de “Le Iene” sugli ospedali da incubo di Gaetano Pecoraro arriva Calabria. L’inviato ha visitato le strutture di Locri e Polistena che fanno capo all’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. “Io non curerei mai mia figlia nell’ospedale di Locri in cui lavoro perché non funziona”, dice Pasquale Ceratti, medico chirurgo. “Manca qualsiasi supporto: defibrillatori, siringhe, personale e meccanismi di sicurezza”. A lui è capitato di segnalarle ai suoi capi. Tra strutture fatiscenti, muri che cadono, perdite d’acqua, sale operatorie non idonee, macchinari rotti nei due nosocomi reggini c’è un degrado assurdo.“L’indignazione o, peggio, lo stupore per il servizio delle Iene sugli ospedali di Locri e Polistena e sull’Asp di Reggio Calabria , il cui stato di degrado strutturale, sanitario, gestionale e amministrativo non solo è noto da almeno 15 anni, ma è stato pluridenunciato e analizzato fin negli aspetti più reconditi anche nelle relazioni delle commissioni di accesso per infiltrazioni mafiose, è davvero sconcertante. Il debito inquantificabile, la mancata redazione dei bilanci da anni, i doppi pagamenti ,le non pervenute costituzioni in giudizio rispetto alla valanga di contenziosi, gli appalti opachi e le interminabili proroghe, la carenza di personale, le mancate assunzioni, nonostante le autorizzazioni commissariali, il degrado strutturale e la carenza di strumentazione, la gestione amministrativa e quella organizzativa approssimative , tutto è stato per lungo tempo agli onori della cronaca, grazie alle puntuali indagini giornalistiche, alle denunce ed ai comunicati sindacali, alle iniziative di sindaci e alle proteste e denunce dei cittadini”. E’ quanto scrivono in una nota i segretari regionali Fp Cgil regionale, Reggio Calabria-Locri, Gioia Tauro, Alessandra Baldari, Francesco Callea, Patrizia Giannotta. “A fronte di una stasi di tale portata, di un’inerzia decennale senza precedenti da parte della politica, dei vari uffici commissariali e di tutti gli organi preposti ad intervenire con tutti i mezzi possibili, la sintesi è che esista un sistema inattaccabile contro il quale solo la sinergia di tutti gli attori istituzionali e non, che in quel sistema non sono incardinati, potrebbe essere efficace. Lo stesso Piano di rientro, anch’esso quasi decennale, che avrebbe l’obiettivo di razionalizzare le spese e rimettete i conti in ordine, ha inciso solo sul capitolo di spesa del personale, infatti i lavoratori ridotti all’osso, quelli che mantengono un senso profondo di responsabilità, faticano a dare risposte di assistenza e diventano il bersaglio dell’esasperazione e delle paure dei cittadini. Mentre la spesa per beni e servizi cresce, senza che ci sia un controllo, un contenimento dei costi e che da essa derivino oggettivamente miglioramenti. Probabilmente molti dei problemi accomunano altre aziende, ma qui vi è una certezza, la certificata inerzia nella volontà di risolvere almeno quelli più profondi e radicati, quelli i cui lati oscuri non riescono ad essere focalizzati una volta per tutte e che condizionano irreversibilmente la vita dell’azienda, dei lavoratori e dei cittadini”, concludono.