La lettera di un imprenditore a Salvini: “Sono costretto a buttare la spugna, non per le ritorsioni della ‘ndrangheta, ma a causa dell’insensibilità e la noncuranza dei burocrati nullafacenti della Prefettura di Reggio Calabria”
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Rocco Raso, imprenditore di Cittanova, indirizzata al Ministro Matteo Salvini:
“Egregio Sig. Ministro,
Il mio nome è Raso Rocco, sono un cittadino Italiano e imprenditore Calabrese, sono stato il primo Presidente della prima associazione antiracket Italiana nata in Calabria ed ora Presidente sella S.o.s. Impresa, associazione antiracket calabrese, sono un Custode Giudiziario e quindi Ausiliario di Polizia Giudiziaria, censito nella White list delle Aziende presso la Prefettura.
Negli anni ho portato avanti la mia azienda con forza e determinazione, denunciando le ‘ndrine che mi chiedevano il pizzo. Ho lottato a testa alta e contro la ‘ndrangheta, per portare avanti il mio sogno ed il pane per la mia famiglia e quella dei miei dipendenti. Ho messo a rischio la mia vita e quella dei miei familiari, per dei valori che sono sempre stati alla base della mia vita. Parliamo di onestà e dignità.
Si, ho lottato contro la ‘ndrangheta e sono riuscito a mantenere in vita la mia azienda, che fino a ieri dava pane e dignità alla mia famiglia e quella di 10 miei dipendenti.
Ma oggi, con grande tristezza sono costretto a buttare la spugna, e probabilmente dovrò mettere il lucchetto ai cancelli dell’azienda a cui ho dedicato tutto. La cosa grave è che non l’ho dovuto fare per le ritorsioni della ‘ndrangheta, ma a causa dell’insensibilità e la noncuranza dei burocrati nullafacenti della Prefettura di Reggio Calabria.
Dal 2010 mi trovo a lottare per ricevere il pagamento a saldo di numerose fatture, che negli anni sono continuate e lievitare fino a raggiungere un credito fatturato ci circa 800.000,00 euro, nel 2015 sono stato costretto a fare un decreto ingiuntivo, di cui una parte di somme sono state contestate, nonostante vi sia una sentenza della Corte Costituzionale, e altre somme incontestabili, tanto che il Ministero dell’Interno ha accreditato delle somme alla Prefettura per liquidare la ditta, di cui una minima parte è stata liquidata e una parte molto più proficua, nonostante i solleciti e gli incontri con il Vicario del Prefetto, il Dirigente dell’area, non sono mai stati liquidati, per varie scuse e motivazioni, alla fine è emerso che in quasi due anni nessuno ha mai voluto cercare i fascicoli dei veicoli, perché introvabili. Si erano introvabili perché si trovavano a terra sul lato destro dell’ufficio del Dirigente.
In passato il nostro consulente e Presidente dell’associazione dei soccorritori stradali Antonio Macrì ha anche fatto un esposto alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, per gli stessi motivi. Ma puntualmente è stato archiviato tutto.
Ma questo non basta. Nonostante la legge sia chiara sulle certificazioni dei crediti della pubblica amministrazione. Sempre la Prefettura ha omesso di certificare due richieste inoltrate nel mese di maggio e giugno del 2018, senza ad oggi dare parere ne positivo ne negativo.
E potrei andare avanti con tantissime altre umiliazioni che ho dovuto subire in questi anni, da coloro che sono preposti a tutelare i cittadini e soprattutto quelli onesti che rispettano le leggi e le regole.
Egregio Signor Ministro Salvini. È giusto che un’impresa in Calabria dev’essere costretta a chiudere le porte per l’atteggiamento menefreghista dei dipendenti dello stato, che a fine mese riscuotono puntualmente lo stipendio, che i cittadini onesti come me pagano?
Lunedì mattina sarò davanti alla porta della Prefettura di Reggio Calabria con i miei dipendenti e tutti coloro che mi sono vicini:
Aloisio Claudio , Presidente Confesercenti Reggio Calabria;
Cosentino Francesco, Sindaco di Cittanova
Paola Raso, Presidente A.c.i.p.a.c. Cittanova
Antonio Macrì, Presidente ASCA
Antipasqua Rosario, Dirigente Confesercenti reggio Calabria
Domenico Cammisotto, Presidente Ass. Antiracket Taurianova
Soccoritori Stradali
Emittenti TV e testate giornalistiche
e tutti gli amici e i parenti che ci sono stati sempre vicini…”