Reggio Calabria: operazione Santa Fè, Antonino Carbone passa dal carcere ai domiciliari

StrettoWeb

Reggio Calabria, operazione Santa Fè: la Corte di Appello ha disposto la sostituzione della misura carceraria con quella degli arresti domiciliari per Antonino Carbone

La Corte di Appello di Reggio Calabria (dottoressa Francesca Di Landro presidente estensore) in accoglimento dell’istanza dei difensori di Antonino Carbone (50enne di Sant’Eufemia d’Aspromonte, detenuto da 3 Anni e 10 mesi; in primo grado condannato ad anni 10 di reclusione), avvocati Valeria Iaria e Luigi Luppino, ha disposto la sostituzione della misura carceraria con quella degli arresti domiciliari con il c.d. braccialetto elettronico. La Corte di Appello, condividendo le argomentazioni difensive ha evidenziato il venir meno del pericolo di reiterazione del reato poiché lo stesso Carbone non è imputato per il reato associativo, riveste un ruolo marginale nell’episodio contestato e non è stato mai nominato dai collaboratori di giustizia Femia e Tirintino. Gli avvocati Iaria e Luppino, nella corposa istanza difensiva, a fronte di quanto rappresentato, hanno evidenziato che le esigenze cautelari, che avevano condotto all’applicazione della misura carceraria potessero essere soddisfatte con una misura meno afflittiva quale quella degli arresti domiciliari. L’operazione Santa Fè nel giugno del 2015 ha portato in carcere 32 persone per narcotraffico

Condividi