Reggio Calabria, Fratelli d’Italia si scaglia contro il sindaco: “in Falcomatà sono talmente tanto incarnate le sue bugie che le pronuncia con la convinzione di dire la verità”
“In Falcomatà sono talmente tanto incarnate le sue bugie che le pronuncia con la convinzione di dire la verità. La campagna elettorale è iniziata e il Sindaco deve cercare di nascondere il prima possibile il disastro politico, amministrativo e contabile più catastrofico della storia della nostra Città”. Cosi apre il suo intervento il Consigliere Comunale Massimo Ripepi. “Il primo cittadino – continua Ripepi – per giustificare il probabile verificarsi del dissesto, si incaponisce con i cittadini che non pagano le tasse e con la Corte Costituzionale che ha annullato la rateizzazione del debito precedentemente autorizzato per trenta anni ed oggi riportato a dieci anni come in origine, senza minimamente considerare e prendere atto di quello che avrebbe dovuto fare lui per rimpinguare le casse del Comune. Proclama l’impossibilità di erogare servizi alla città a causa del carico di debiti ereditato dalle passate amministrazioni ma, a fronte di un bilancio di 311 milioni di euro o, se vogliamo, di 311 mele, questo carico è paragonabile ad una mela morsa: la rata di 2,5 milioni di euro è di fatto equivalente allo 0,8 dell’intero bilancio (appunto 311 milioni)”. “La responsabilità del Sindaco è grandissima – prosegue Ripepi – perché non solo non si è mai attivato per produrre nuove risorse, ma ha altresì demolito la società in house del Comune che era stata realizzata per acquisire risorse da destinare al ripianamento del debito, alla riduzione delle tasse ed all’erogazione di servizi efficienti per la città”. Continua con carte alla mano Ripepi: “questi i milioni di euro andati in fumo per i quali Falcomatà dovrà necessariamente rispondere alla Città: 40 milioni quelli provenienti dal mancato condono edilizio, 212 milioni dalla mancata dismissione del patrimonio immobiliare e 22 milioni all’anno derivanti dal mancato recupero dell’evasione fiscale, frutto di un accordo con l’Agenzia delle Entrate. Sono andati altresì persi in un sol colpo 1,7 milioni di progetti già finanziati che la defunta società in house del Comune non ha potuto portare a termine”. “Ad aggravare l’omicidio politico che Falcomatà ha voluto compiere per non lasciare segni del passato, la ormai estinta SATI (società di attrazione degli investimenti), ancora oggi fa pervenire alle casse del Comune più di un milione di euro documentati dai bonifici”, la cui copia oggi è stata mostrata da Ripepi in conferenza stampa. “Il Sindaco porta, quindi, sulla sua coscienza la perdita di 250 milioni di euro oltre i 22 milioni di euro l’anno provenienti dal recupero dell’evasione”, conclude Ripepi.
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