Reggio Calabria, gatto ucciso in una scuola a Gioia Tauro: “cosa stanno insegnando ai nostri figli?”

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Reggio Calabria, gatto ucciso in una scuola a Gioia Tauro. Il Coordinamento Calabrese Associazioni e Volontari: l’urlo di Angelo: “questo è un episodio di una gravità inaudita dove insegnanti, preside e genitori non sono in grado di percepirne la terrificante realtà dell accaduto”

“La storia si ripete. Ecco come la nostra amata terra torna alla ribalta della cronaca nazionale con un avvenimento che, tra i racconti omertosi e confusi di un istituto scolastico, a distanza di 3 anni dall’uccisione del cane Angelo di Sangineto suscita rabbia, dolore e un senso di impotenza lacerante. Lo scenario questa volta è diverso. Siamo in una scuola. Luogo in cui i nostri figli imparano, osservano, ascoltano e devono essere protetti e tutelati. Tutto ciò non è avvenuto“, è quanto scrive in una nota il Coordinamento Calabrese Associazioni e Volontari: l’urlo di Angelo.Questo è un episodio di una gravità inaudita dove insegnanti, preside e genitori non sono in grado di percepirne la terrificante realtà dell accaduto. Quale insegnamento si pensa di trasmettere ai bambini in questa fase di crescita? Loro, che rappresentano la purezza di un’età che deve essere accompagnata da gioia, divertimento e insegnamento al rispetto di ogni essere vivente? Cosa starà balenando nelle loro menti dopo aver assistito ad un atto di violenza cosi efferato? Così difendiamo i nostri figli? Questi sono gli insegnamenti nelle nostre scuole? Dove sono le associazioni di categoria che si occupa di tutela dei minori? La vostra indignazione da cosa é stata seppellita difronte a tale oscenità? Voi, mamme di quelle anime innocenti che hanno assistito a ciò a cui mai avrebbero dovuto assistere, resterete in silenzio o combatterete per i vostri figli? L’urlo di Angelo non ci sta! Associazioni e Volontari che hanno urlato a gran voce per l’omicidio di Angelo sono pronti a farlo ancora. Siamo sul piede di guerra. Siamo ancora qui, e non osserveremo in silenzio quanto è accaduto. Urliamo a gran voce che il personale ATA in questione venga sospeso in via cautelativa, fino all’accertamento dei fatti violenti che lo hanno visto artefice. Non si può lasciare una persona violenta in mezzo ad anime indifese. Urliamo a gran voce che vengano presi provvedimenti nei confronti di tutte le persone adulte che hanno assistito alla scena e non sono intervenute. Urliamo a gran voce che i bambini di quella classe ricevano supporto psicologico specializzato che li aiuti a comprendere che è un gesto da condannare. Urliamo a gran voce che questa scuola non ci piace! Urliamo a gran voce che non è la scuola in cui manderemmo i nostri figli! Riprenderemo ad urlare, ancora e ancora e ancora”, conclude la nota.

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