Ecco alcune delle FAQ predisposte dalla Fondazione Consulenti per il Lavoro e dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro
“Quali sono i requisiti per richiedere il reddito di cittadinanza? Esistono dei casi di esclusione? A quanto ammonta l’assegno e da quando inizierà ad essere percepito? Sono queste alcune delle FAQ predisposte dalla Fondazione Consulenti per il Lavoro e dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro – scrivono in una nota- con la circolare n. 8 del 2 maggio 2019. Si tratta di una guida utile sia agli operatori del mercato del lavoro, come i Consulenti del lavoro delegati della Fondazione Lavoro, sia a chiunque voglia rendersi conto delle potenzialità e finalità del reddito di cittadinanza. Il documento contiene tabelle riepilogative ed esempi pratici per conoscere in dettaglio questa nuova misura di politica attiva del lavoro. Nel documento i Presidenti delle Fondazioni sollevano alcune perplessità sull’efficacia con cui il Ministero del Lavoro e l’ANPAL possano gestire i processi operativi del reddito di cittadinanza in assenza di un protocollo di collaborazione con tutti i principali attori che operano sul territorio nazionale nell’ambito del reclutamento e della valutazione e selezione del personale. Fra questi, i delegati della Fondazione Consulenti per il Lavoro, che negli anni hanno acquisito un know-how specializzato – suffragato dai risultati ottenuti in termini di ricollocazione -, che rappresenta un’ottima base con cui vincere la “sfida” del reddito di cittadinanza. Una scommessa subordinata, però, alla risoluzione delle molteplici osservazioni formulate dai Consulenti del lavoro sia sulla definizione delle modalità di remunerazione della dote per chi sarà impegnato nella ricollocazione sia sul funzionamento complessivo dell’intera macchina pubblica, a partire dall’infrastrutturazione tecnologica su cui pesa l’incertezza dei tempi di realizzazione. Ricordiamo che sono beneficiari del Reddito di cittadinanza (RdC) i nuclei familiari che presentino cumulativamente una serie di requisiti che riguardano: cittadinanza, residenza e soggiorno; reddito e patrimonio; possesso di beni durevoli. Il RdC si compone di due quote: quota “A”: destinata all’integrazione del reddito familiare e quota “B”: a copertura dell’eventuale canone di locazione o del mutuo contratto per l’acquisto o la costruzione della casa di abitazione del nucleo familiare. I valori massimi sono differenziati a seconda che si tratti di RdC o di pensione di cittadinanza. È stato previsto un esonero dal versamento dei contributi in caso di assunzione di un soggetto percettore del RdC”, conclude la nota.