Reggio Calabria, l’aggressione del 23 Aprile al Parco della Mondialità e l’omertà dilagante: cos’è successo davvero?
Il Parco della Mondialità è una delle strutture più belle di Reggio Calabria: chi non l’ha frequentato crescendo in riva allo Stretto? Fondato da padre Aurelio Cannizzaro, grande missionario reggino, ospita laghetti con animali acquatici e numerose strutture che rappresentano le principali culture e religioni della storia dell’umanità, ed è un punto di riferimento simbolo di pace e fratellanza, ideale ritrovo per gruppi organizzati e famiglie che possono trascorrere le giornate all’aria aperta in modo sano e genuino. Almeno fino ad oggi. Qualcosa di molto grave, però, è accaduta due settimane fa all’interno del Parco, il 23 Aprile, nel giorno di San Giorgio, il santo patrono della città. Qualcosa rimasta avvolta da una densa (e oscura) nube di silenzio e omertà.
Negli ultimi giorni tra i cittadini più attivi a raccontare l’accaduto, nel disperato tentativo di fare luce su un episodio così grave, è stato Renato Raffa, stimato professionista molto attivo nell’ambito sociale e del volontariato. Raffa si occupa di accoglienza e ha raccolto numerose testimonianze che mette a disposizione delle forze dell’ordine qualora dovessero rivelarsi utili alle indagini. Oltre ai suoi post su facebook, Raffa ha fornito a StrettoWeb l’identikit dell’aggressore che secondo alcune testimonianze sarebbe un giovane italiano di età compresa tra 24 e 30 anni, con i capelli lunghi.
A prescindere dalle indagini sull’accaduto, sarebbe il caso di fare piena luce sulle misure di sicurezza all’interno del Parco affinchè gruppi organizzati e famiglie possano continuare a mandarci i loro bambini in modo sereno e tranquillo. Perchè Reggio non può permettersi di perdere anche il Parco della Mondialità…