Decreto sanità Calabria, Giannuzzi: “ahi amara terra mia”

StrettoWeb

Decreto sanità Calabria, ecco le parole del Presidente Consorzio Blu Calabria, Dott.ssa Innocenza Giannuzzi

“Seguendo nei giorni scorsi le dirette televisive del dibattito alla Camera per la conversione in legge del decreto per l’emergenza sanitaria in Calabria, predisposto dal governo giallo-verde. Dopo aver ascoltato per due giorni la discussione sono rimasti in me, e penso in ogni calabrese, la delusione ( per una altra occasione sprecata), l’amarezza ( per l’immagine della Calabria), e la rabbia, si soprattutto rabbia. Spiegherò il perché anche se dovrò essere concisa. Innanzitutto abbiamo bisogno di un’operazione “verità” sui dati contrastanti della sanità calabrese. Ossia per l’anno 2018 i Lea sono sopra i 160, punteggio soglia, e precisamente tra i 170-175, il disavanzo è molto inferiore ai 168 milioni : come sostengono l’ingegnere Scura , ultimo commissario, con certificazioni cartacee, ed il dipartimento regionale alla sanità. Dobbiamo avere certezza assoluta della veridicità di questi dati: i ministeri competenti devono attestare i dati in maniera inequivocabile. Se così fosse allora tutto il decreto è stato costruito su cifre sbagliate, come ha osservato Scura. Certo da anni la politica ha grosse responsabilità per lo stato attuale della nostra sanità. Il governatore attuale Oliverio, avendo ereditato una situazione critica, ha tenuto per sé la delega alla sanità, ha ingaggiato una lotta continua e pervicace con il commissario , (designato a livello governativo per altro dal suo stesso partito), si è contraddistinto per evidenziare in ogni sede il declino costante del livello sanitario, giungendo fino a dichiarare di volersi “incatenare” (cosa solo dichiarata), contribuendo a degradare ulteriormente la situazione”. E’ quanto scrive in una nota il Presidente Consorzio Blu Calabria, Dott.ssa Innocenza Giannuzzi. “Oliverio – prosegue– non ha voluto usare un’ arma fondamentale a sua disposizione per tentare di uscire in qualche modo dalla gestione commissariale ossia preparare un piano di rientro regionale da presentare alla conferenza stato-regione e al governo; gli esperti li avrebbe avuti, ma non li ha cercati o li ha allontanati. Torniamo al decreto che (con solo pochi emendamenti, mi pare due) è stato approvato alla Camera e che ora deve passa al vaglio del Senato. E’ stato scritto con mano giustizionalista dei grillini: la sanità calabrese è allo sfascio più totale, solo macerie, è in mano a corrotti (ma le Procure sono intervenute in alcuni casi), i tempi d’attesa per esami ed interventi sono biblici ( in vero sono nella media delle altre regioni), il personale sanitario è dequalificato e demotivato ( peccato che i medici e i tecnici calabresi sono bravi e sono eccellenze in campo nazionale, solo in Calabria hanno professionalità scadente). E allora per risolvere la situazione bisogna nominare un nuovo commissario, un generale dei carabinieri in quiescienza (ma i carabinieri hanno una spiccata competenza di gestione e programmazione di strutture complesse come quelle sanitarie…) coadiuvato da un subcommissario ( andate a leggere il suo curriculum su internet e scoprirete la sua precedente esperienza come direttore generale alla ASP di Crotone, breve nel tempo ma bastevole a far raddoppiare il disavanzo di bilancio, come sia stato rimosso ”consensualmente” nel suo ultimo incarico a Trento) . Questa è veramente una soluzione geniale e nuova: peccato che l’abbiamo sperimentata da quasi un decennio con i risultati riscontrati, così come è avvenuto nelle altre regioni soggette a commissariamento. Ma quello che non si può tollerare è il danno di immagine alla Calabria, nonostante i tentativi accorati e ripetuti di portare verità e cercare di ridurre i danni di questo decreto da parte dei parlamentari calabresi, ma frustrati da una compattezza assoluta del governo. Questo decreto per citare solo alcuni punti salienti adotta le deroghe per potere effettuare la nomina dei direttori con la massima discrezionalità , infischiandosi degli  elenchi nazionali degli idonei per le qualifiche, ricompensandoli con emolumenti superiori a quelli percepiti nelle altre regioni. Altro punto: per gli acquisti di strumentazioni , beni e servizi sanitari, è esclusa espressamente la SUA, centrale per gli acquisti della regione calabria ( anche se Cantone ha espresso il suo apprezzamento): così le piccole ditte calabresi avranno più difficoltà a lavorare o solo in subappalto. Per la cronaca la relatrice l’onorevole Nesci è stata costretta a dimettersi per un suo palese conflitto di interesse, su sollecitazione anche della Lega ( come riferisce il capogruppo onorevole Molinari) : evviva la trasparenza. Se la nostra sanità è malata gravemente, il decreto nella sua attuale formulazione, le infliggerà il colpo di grazia. Infine vorrei rivolgere un appello ai senatori della Lega, ai suoi responsabili, nel corso dell’esame del decreto trasmesso dalla Camera, cerchino di apportare le modifiche ben congegnate e specifiche per rimodularlo in termini di efficienza, efficacia e tutela. La Calabria ha voglia di ripartire in tutti i suoi settori , ha orgoglio e dignità che non possono essere calpestati, non ha sudditi ma uomini forti e liberi. L’ultima speranza è riposta nella Corte Costituzionale, perché ad essa si farà ricorso per rimuovere i tanti aspetti di incostituzionalità del decreto. Ma sarà una magra consolazione: il danno sarà stato già fatto a tutti i cittadini calabresi”, conclude.

Condividi