Torino: due persone arrestate e altre sette denunciate. E’ il bilancio di un’indagine contro la pedopornografia on line scoperta dalla polizia postale
Due persone arrestate e altre sette denunciate. E’ il bilancio di un’indagine contro la pedopornografia on line scoperta dalla polizia postale di Torino che ha permesso di sgominare una rete di soggetti che, servendosi di sistemi informatici anonimizzati, scambiavano materiale pedopornografico, realizzato in taluni casi anche tramite lo sfruttamento di minori vittime di adescamento sul web. Nel corso dell’operazione, diretta dalla Procura di Torino, e coordinata dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale di Roma che ha coinvolto tutto il territorio nazionale, sono stati sequestrati migliaia di file. L’indagine è scaturita dal monitoraggio di canali web che consentono la navigazione in forma anonimizzata durante il quale gli investigatori torinesi sono riusciti ad associare agli Id virtuali dei nominativi reali. L’analisi delle relazioni tra i diversi utenti ha fatto emergere una struttura complessa, contraddistinta da una diversificazione dei ruoli. Uno dei soggetti svolgeva la funzione di amministratore di uno dei canali monitorati, selezionando l’accesso degli utenti. Dopo aver verificato, via chat privata, i requisiti degli aspiranti partecipanti, obbligava a rispettare specifiche condizioni, tra cui l’impegno a fornire materiale di qualità e di non facile reperibilità, nonché il contributo a diffonderlo. Il mancato rispetto delle condizioni imposte poteva determinare l’esclusione dei semplici utenti dal gruppo. Ottenuta la fiducia dell’amministratore, si poteva accedere ad una community costituita da molteplici membri che condivideva copioso materiale pedopornografico, che veniva raccolto per categoria, a seconda che si trattasse di filmati, foto, racconti esperienziali, descrizione di fantasie da realizzare. Ad alcuni utenti veniva affidato il compito di amministrare ulteriori canali, per garantire la conservazione del materiale condiviso, nel caso in cui fosse stato chiuso il canale principale.
(Adnkronos)