Il 3 luglio sono stati discusse le Lauree degli studenti francesi a conclusione del primo anno di studio e ricerca sulla realtà territoriale di Rosarno
Il giorno 3 luglio 2019 sono stati discusse le Lauree degli studenti francesi a conclusione del primo anno di studio e ricerca sulla realtà territoriale di Rosarno nell’ambito dell’accordo triennale di collaborazione scientifica internazionale tra l’Ecole nationale supérieure d’architecture di Nantes e il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, finalizzato alla definizione di soluzioni spaziali, ambientali e di sicurezza urbana, sul grande tema delle realtà territoriali non-standard, della città illegale e dei quartieri ostili, attraverso i contributi degli atenei promotori, il coinvolgimento delle amministrazioni locali e gli stakeholders presenti sul territorio.
Ha portato il suo saluto Christian Dautel, direttore della ENSA Nantes. La ricerca sulle realtà territoriali non standard, corrisponde ad un campo di indagine che intercetta una molteplicità di paesaggi, oggi profondamente trasformati ed in crisi, prossimi a “collassare”, da osservare nel loro insieme per effetto delle reciproche conseguenze che il “consumo” ed i “cambiamenti” hanno innescato su questi specifici territori. Questo nuovo Paradigma diventa esemplare nel caso di Rosarno e il territorio di riferimento comunemente chiamato “la Piccola America”, giacimento di ricchezza agrumicola, oggi e nel tempo attraversato da una complessità di fenomeni e fatti che lo hanno profondamente trasformato. Il porto di Gioia Tauro rappresenta l’apice di questo cambiamento insieme alla tendopoli di San Ferdinando, che ha visto la fondazione greca della città di Medma all’origine del lungo processo. Analizzando le dinamiche e l’evoluzione del territorio, la ricerca mira a definire temi di grande rilievo quali il rapporto tra architettura e paesaggio, tra spazio pubblico e privato, tra dimensione individuale e collettiva e tra bisogni comunitari e soluzioni adeguate. Queste, saranno tali se il progetto di architettura misura il senso e l’adeguatezza di un processo adattivo e ciclico da cui scaturiscono una serie di azioni volte alla rigenerazione del contesto di studio.
Di particolare interesse i lavori presentati dagli studenti per il loro diploma di laurea che, come sottolinea Giuseppe Idà, “hanno colto con uno sguardo attento e senza pregiudizi, la realtà della nostra città e il suo territorio, facendoci apprendere le molte declinazioni di cui l’architettura oggi è capace, con progetti di assoluto interesse e utili ad immaginare il nostro futuro”. Finalmente Rosarno in versione positiva sulla scena internazionale!