Reggio Calabria, tabaccaia uccisa: arrestato 42enne filippino, incastrato su facebook per il taguaggio. Il movente è davvero incredibile [FOTO, NOME e DETTAGLI]

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Reggio Calabria: fermato l’autore dell’omicidio di Mariella Rota, la tabaccaia uccisa ieri in pieno centro

Un filippino di 42 anni, Sicat Billy Jay, è stato fermato per l’omicidio di Mariella Rota, la tabaccaia di 66 anni uccisa ieri nella sua tabaccheria in via Melacrino, in pieno centro, a Reggio Calabria. Il filippino era cliente abituale della tabaccheria. L’omicida riteneva la donna colpevole delle mancate vincite al SuperEnalotto e l’ha colpita con una mannaia da cucina. Il tutto è stato ripreso dalle telecamere che hanno consentito agli agenti della Polizia di ricostruire l’accaduto: il filippino ha colpito la donna inerme all’improvviso senza neanche dirle nulla e uccidendola all’istante, poi ha chiuso la saracinesca della tabaccheria e ha ulteriormente infierito sul corpo della donna. L’uomo, a quel punto, ha tentato di ripulire il luogo del delitto, si è cambiato per pulirsi dal sangue (aveva portato con se’ degli abiti di ricambio, oltre all’arma) e ha rubato soldi e il computer pensando che le immagini delle telecamere di videosorveglianza fossero registrate nell’hard disk, dandosi alla fuga e lasciando uno scenario davvero raccapricciante al punto che l’intervento della polizia scientifica si è protratto per ore. La donna è stata colpita in più parti del corpo con diverse decine di coltellate, in modo particolare alla gola e alle mani. Il fatto è accaduto intorno alle 13:00 di ieri, quando l’uomo si è introdotto nel tabacchino al momento della chiusura. L’uomo, però, ha tralasciato la memoria interna al sistema di videosorveglianza: una “disattenzione” che gli è stata fatale.

I vicini, insospettiti dalla mancata riapertura della tabaccheria nel pomeriggio, hanno dato l’allarme alla polizia che è intervenuta e ha condotto le indagini. L’omicida vive ad appena un chilometro dal tabacchino. L’uomo non aveva complici e non si è trattato di una rapina, come erroneamente si era ritenuto in un primo momento. Il motivo dell’omicidio è probabilmente ancor più assurdo.

L’immediato sopralluogo degli esperti del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica e le scrupolose attività di indagine della Squadra Mobile – Sezione Reati contro la persona, hanno permesso di individuare l’autore e la sua abitazione consentendo all’Autorità Giudiziaria di ravvisare i gravi indizi di colpevolezza sottesi al provvedimento di fermo emesso. In particolare, fondamentale è risultata la visione delle immagini della videosorveglianza del locale commerciale e dei sistemi di videosorveglianza privati della zona, acquisite immediatamente dopo l’evento. L’uomo è stato riconosciuto e identificato in base al nome della residenza, nella zona in cui era “scomparso” dalla vista delle telecamere e quindi evidentemente aveva trovato un rifugio (quale poi si è dimostrato essere la sua abitazione). Digitato il nome del titolare della residenza su facebook, gli investigatori lo hanno immediatamente identificato anche in base al tatuaggio che ha sull’avambraccio sinistro.

Sicat Billy Jay, ludopatico, sposato con due figli (una adolescente, un altro di appena 3 anni), in base ai primi accertamenti avrebbe ucciso la tabaccaia ritenendola responsabile delle sue perdite economiche al gioco del SuperEnalotto. E’ stata la moglie dell’assassino ad indicare agli investigatori il movente, secondo quanto accennato dal Questore in conferenza stampa. La Polizia considera l’omicidio premeditato, perché l’uomo aveva portato al seguito l’arma e dei vestiti di ricambio. Adesso il 42enne filippino si trova recluso al carcere di Arghillà, dov’è stato accompagnato a bordo di una volante della Polizia nel tardo pomeriggio.

L’episodio non è collegato agli altri crimini che nelle ultime settimane hanno sconvolto la città come la cruenta rapina alla Lidl di via Padova in pieno giorno con una sparatoria, una guardia ferita e il terrore tra i clienti del supermercato e le due rapine sono state consumate al McDrive di Ravagnese. Il filippino arrestato oggi non c’entra nulla con quegli episodi.

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