Reggio Calabria: medico brutalmente aggredito all’Ospedale di Palmi, la solidarietà dei medici cattolici italiani

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Reggio Calabria: piena solidarietà da parte dei medici cattolici della Diocesi Oppido-Palmi al collega Gino Dalbis del PPI di Palmi

“Ancora un medico aggredito. Ancora un collega mentre svolge il proprio lavoro prende botte e subisce lesioni. Piena solidarietà da parte dei medici cattolici della Diocesi Oppido-Palmi al collega Gino Dalbis del PPI di Palmi. Ormai è una vera e propria emergenza per i medici delle guardie mediche, del pronto soccorso e del 118. Colleghi che lavorano con professionalità nonostante le carenze strutturali e di personale devono anche difendersi da pazienti e parenti di pazienti che si sentono legittimati a minacciare ed usare violenza . Altro che alleanza terapeutica, altro che motivazione a fare meglio. E’ triste sentire il collega di Palmi pentito di essere ritornato in Calabria. Le persone che arrivano al PS , in guardia medica, in qualsiasi altro punto sanitario, forse non hanno consapevolezza dell’enorme e faticoso lavoro che quotidianamente svolgiamo.  Medici in trincea, medici sempre sotto pressione, medici con turni di lavoro improponibili. C’è poca informazione. Bisogna fare informazione sulle carenze strutturali, sulle carenze di personale, sulle carenze organizzative. Sappiamo benissimo che alcuni pazienti accedono nelle strutture sanitarie in situazioni particolari di “stress emotivo”. Ma le continue critiche alle nostre strutture allontanano i cittadini che vedono il medico , non come il professionista a cui ti devi affidare, ma un operatore a cui chiedere ogni cosa possibile e impossibile. Chiediamo a tutti i cittadini collaborazione e rispetto”, è quanto scrivono in una nota i Medici Cattolici Italiani della Diocesi Oppido M. Palmi, Sezione “San Giuseppe Moscati”.

“Nel nostro territorio -prosegue la nota- per vari motivi, i medici lavorano in condizioni difficili, le condizioni di lavoro devono necessariamente essere migliorate. I medici, nell’interesse di tutti, devono essere tutelati, la loro salute non può essere messa a repentaglio mentre cercano di salvare vite umane. Il rischio è la rassegnazione e la demotivazione nello svolgimento della professione . Cittadini e operatori della sanità non dovrebbero mai entrare in conflitto, bisogna trovare assonanze, collaborazione, bisogna riuscire a gestire le tensioni in tutti gli ambiti. Bisogna declinare in maniera diversa la continuità assistenziale. Bisogna usare il buon senso, l’equilibrio e soprattutto non esasperare gli animi. Bisogna investire in risorse umane al di là dei piani di rientro e di inique distorsioni narrative sulla malasanità . Accendiamo i riflettori sulle cause profonde di natura organizzativa, di carenza di personale e su una diffusa maleducazione. Questo appello non vuole essere una generica difesa della classe medica, ma vuole dare spunti di riflessione per tutti gli attori interessati: amministratori, politici, operatori della sanità, cittadini. I medici cattolici, lavorano ogni giorno con uno spirito di autentico servizio umano nel rapporto con l’ammalato. Ma, al tempo stesso sostengono ogni iniziativa per la sicurezza del più dignitoso esercizio della professione medica. Concludiamo ricordando l’articolo 70 del codice deontologico della professione medica secondo il quale “…il medico deve esigere da parte della struttura in cui opera ogni garanzia affinché le modalità del suo impegno e i requisiti degli ambienti di lavoro non incidano negativamente sulla qualità e la sicurezza del suo lavoro…”, conclude la nota.

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