Reggio Calabria, Confcommercio: “la tassa sui rifiuti sempre più cara frena lo sviluppo delle imprese”

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Confcommercio Reggio Calabria: “secondo l’Osservatorio Tasse Locali, gli aumenti sono dovuti a inefficienze di gestione dei Comuni. Ristoranti, Ortofrutta, Bar le categorie merceologiche che hanno subito i maggiori rincari”

“La tassa rifiuti TARI continua a rappresentare un peso insostenibile e spesso ingiustificato, se si considerano le iniquità che la caratterizzano per le imprese del nostro territorio. Dai dati raccolti dal portale Confcommercio dell’osservatorio tasse locali – c’è scritto in una nota- strumento permanente dedicato alla raccolta e all’analisi di dati e informazioni sull’intero territorio relative alla tassa rifiuti (TARI) pagata dalle imprese del terziario – si conferma la continua crescita della tassa sui rifiuti, nonostante una significativa riduzione nella produzione dei rifiuti stessi, e i divari di costo tra medesime categorie economiche, sempre a parità di condizioni e nella stessa provincia. In particolare si evidenzia come le categorie Ristoranti, Pizzerie, Bar, Ortofrutta siano quelle più sofferenti. Dall’elaborazione dei dati di OpenCivitas (sito promosso dal Dipartimento delle Finanze e dalla SOSE per determinare i fabbisogni standard delle amministrazioni locali) la gran parte dei Comuni capoluogo di provincia continua a registrare un costo Tari superiore rispetto ai propri fabbisogni e anche il nostro territorio conferma il trend con un costo che supera di oltre il 50 % il fabbisogno standard. Se consideriamo che la percentuale indicata rappresenta la definizione delle necessità finanziarie di un ente locale in base alle sue caratteristiche territoriali e agli aspetti socio-demografici della popolazione stimate dal SOSE, è evidente che essa diventa un chiaro indicatore della poca virtuosità della nostra città. Addirittura, rispetto alle altre città capoluogo calabresi, Reggio Calabria primeggia, purtroppo, per i Valori medi TARI 2018 pro capite (€ 218, 9), in aumento rispetto all’annualità 2017. Un dato ancor più preoccupante –aggiunge la nota– quello registrato nell’ultimo anno, considerando che proprio il 2018 avrebbe dovuto rappresentare una svolta. Dal 1 gennaio 2018, infatti, i Comuni avrebbero dovuto avvalersi anche delle risultanze dei fabbisogni standard nella determinazione dei costi relativi al servizio di smaltimento dei rifiuti. La situazione fotografata richiede risposte urgenti per avviare una profonda revisione dell’intero sistema che rispetti il principio europeo ‘chi inquina paga’ e tenga conto delle specificità di determinate attività economiche delle imprese del terziario al fine di prevedere esenzioni o agevolazioni per le aree che di fatto non producono alcun rifiuto e sulle quali invece continua ad essere calcolata integralmente la tassa.

Per Matà, Presidente Confcommercio Reggio Calabria, “l’attuale strutturazione della Tari, che va ad ingenerare un prelievo insostenibile soprattutto per le Aziende del Terziario, è tale da lasciare assolutamente slegati la produzione di rifiuto rispetto alla spesa. Come Confcommercio ci batteremo con sempre maggiore incisività affinché l’Amministrazione comunale tenga conto degli effettivi fabbisogni nel definire la tariffa oltreché proceda ad individuare, attuare ed incentivare sistemi premianti, come ad esempio consistenti sconti / agevolazioni per comportamenti virtuosi, quale prima modalità a basso costo per garantire un rapido progresso della raccolta differenziata oltreché un meccanismo equo e meritocratico”.

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