Sanità: l’USB ha indetto un sit-in al consiglio regionale a Reggio Calabria

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Sanità in Calabria, l’USB: “tanto precariato per avere licenziamenti max. Non cadiamo nella trappola di poveri contro poveri”

“Oggi l’USB ha indetto un sit-in al consiglio regionale della Calabria, in occasione della discussione sul sistema sanitario calabrese e dare risposte occupazionali a chi attende da anni nelle graduatorie – chi ha partecipato ai concorsi pubblici dove una parte di essi sono stati assunti ed altri rimasti in graduatoria con contratti a temine per sopperire alle carenze organiche degli ospedali – cosi come i lavoratori delle cooperative che sono stati prima licenziati ed ora de-mansionati dopo che la stessa azienda sanitaria calabrese li aveva “costretti “ a riqualificarsi a spese loro come operatori sanitari”. Lo afferma in una nota il sindacato Usb Calabria.

“La USB è da anni che denuncia questo malaffare nelle cure sanitarie alla popolazione: Abbiamo chiuso ospedali – ridotto i posti letti 3 posti ogni 100 abitanti – le visite mediche a babbo/morto – ci hanno aumentato come cittadini calabresi l’IRPEF e IRAP perché la sanità non ha raggiunto gli “”obiettivi”” di rientro della spesa sanitaria – i ticket li paghiamo”. “La gente – prosegue la nota- scappa dalla Calabria – pendolarismo sanitario circa 350 milioni spesi – arricchendo le regioni del nord, solo la Lombardia incassa 810 milioni per curare i cittadini di altre regioni, grazie anche allo sforamento dei vincoli di spesa che altre regioni hanno effettuato – come rivela la corte dei conti – assumendo personale di oltre il 23% del vincolo che era stato imposto a tutti. Tutti i soldi che i cittadini hanno risparmiato pagando ti tasca propria la sanità dove sono? Come sono stati spesi se siamo nelle condizioni di non avere personale nei reparti per curare i concittadini ? se dobbiamo chiedere di svolgere volontariato ai medici in pensione, se dopo anni di sacrifici: notte, giorno, festivi con l’obiettivo di essere assunti – i precari che hanno espletato un concorso, oggi gli si da il ben servito? La politica è buona solo a riempirsi la bocca di buoni propositi, dopo le tragedie famigliari che hanno colpito i calabresi per una pessima sanità. Non abbiamo bisogno di capi popolo che cavalcano il malessere di questi operatori sanitari tentando di privilegiare questo o quell’altro gruppo – i capi popolo sono personaggi che lottano per conquistare il potere usando le regole del gioco democratico – non certo per avere una sanità per tutti con operatori adeguati nei reparti per curare la gente. Già il piano scura – tanto per citare un dato – prevedeva 3508 assunzioni nella sanità calabrese di questi solo 1545 sono stati inseriti nel circuito lavorativo – ne mancano ancora 2000, quindi con questa carenze organiche non intravediamo nessuna guerra tra lavoratori. Ne tanto meno come USB possiamo permettere che ulteriormente si contengono i costi della sanità solo se licenziamo o non assumiamo i giovani precari – idonei – e lavoratori delle cooperative sociali. Nessuna sanità per ricchi. Nessuna disparità nel paese per curarci. Oggi tutti i lavoratori in piazza a Reggio Calabria – fisicamente – fuori dai villaggi globali elettronici (feedback wuazz – istagram … ) dietro quelle tastiere che li fa vivere sotto la cappa di vetro, mentre la politica langhe e la gente muore per mancanza di cure ed assistenza, oppure emigra o peggio attende due anni per una visita urgente”, conclude la nota.

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