Nicola Bellomo ha deciso di sposare il progetto Reggina sin dallo scorso inverno, adesso con Toscano alla guida punta alla Serie B
“Io non ho mai manifestato la voglia di andare via, ho sposato il progetto a gennaio e non è stato un problema restare. La società e il mister non hanno mai manifestato la loro voglia di lasciarmi andare, ho avuto fiducia da parte di tutti. Mi sono messo sotto a lavorare duro sin da inizio stagione e con le prestazioni e i risultati abbiamo smentito tutti quelli che non credevano a noi”. Inizia così l’intervista rilasciata oggi da Nicola Bellomo ai microfoni della Gazzetta dello sport. Il trequartista barese ci ha tenuto a specificare come questa turbolenta estate di calciomercato non lo abbia minimamente scosso, dato che il suo intento è sempre stato quello di restare alla Reggina.
L’incognita sul suo ruolo preferito all’interno delle rotazioni di Toscano, è stata facilmente risolta dal calciatore: “Trequartista o punta? Io sono sempre a massima disposizione del mister, decide sempre lui. Noi prepariamo le partite sempre allo stesso modo, sempre concentrati e attenti. In serie C non ci sono gare semplici, chiunque ci incontra vuol fare la partita della vita. Giocare contro una diretta concorrente è più facile perché stai automaticamente sul pezzo, con queste squadre più piccole devi avere la medesima concentrazione e non sottovalutare nessuno. Stiamo lavorando al rinnovo, c’è un’opzione a determinate condizioni. Da parte mia c’è tutta la volontà di rinnovare, ora però stiamo pensando al campionato. Più in là penso si possa trovare l’accordo”. Bari in poleInfine un commento sulle rivali per la corsa alla promozione in cadetteria, col ‘suo’ per dare la caccia agli amaranto: “La rivale più pericolosa? Noi stessi! Ci sono tante squadre che possono tentare di vincere, non sarebbe giusto fare un solo nome. Concentriamoci su noi stessi, facciamo il massimo possibile, agli altri tocca rincorrerci. Non sarebbe giusto fare un solo nome. Bari? Non mi aspettavo un distacco così ampio, ma molti calciatori dovevano adattarsi alla categoria. Il girone di ritorno è tutt’altro campionato. Quando sbaglia una partita rischi di più, hai poco tempo per recuperare. Poi di mezzo c’è anche il calciomercato”