La Reggina e Falcomatà, una storia difficile: Tavecchio, Nick Scali e Luca Gallo, la “Tripletta” del Sindaco (nella porta sbagliata)

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Il rapporto turbolento tra la Reggina e il Sindaco Falcomatà: cinque anni di autogol, da Nick Scali a Luca Gallo passando per Tavecchio, Foti e Praticò

Tutto è iniziato nella tribolata estate del 2015, quando la gloriosa Reggina di Lillo Foti era arrivata al capolinea. Mentre la squadra sul campo riusciva ad ottenere un’eroica salvezza battendo per due volte in cinque giorni i rivali del Messina nello storico derby dello Stratto del playout (1-0 al Granillo, 0-1 al San Filippo, reti di Insigne all’andata e Balistreri al ritorno), il patron amaranto stava traghettando il club nelle mani del facoltoso imprenditore di origini reggine Nick Scali. Una trattativa lunga e difficile, intrapresa da mesi con tanto di viaggi in Australia pur di convincere l’82enne calabrese a investire nella squadra di calcio più importante della sua terra. A Giugno Nick Scali torna a casa per la Reggina. Vede il Granillo, il Centro Sportivo Sant’Agata, ne rimane impressionato. Nonostante il momento buio della città e la situazione difficile della società (i cui bilanci non erano esaltanti mentre la squadra sembrava inesorabilmente precipitare verso la serie D), Nick Scali si era convinto. Avrebbe rilevato la Reggina e investito a Reggio Calabria, percependo il grande potenziale di quel club e del suo settore giovanile (tra i tesserati di quella Reggina c’era ancora un certo Giovanni Di Lorenzo, oltre a tanti ragazzi che oggi hanno spiccato il volo verso le big di serie A).

Ma una mattina Scali si sveglia e legge sui giornali le dichiarazioni di Falcomatà che commentando il suo imminente arrivo diceva lapidario “non vogliamo nuovi Manenti“. Uno schiaffo in faccia per il gentleman calabro-australiano che capiva di non essere benvenuto e toglieva immediatamente il disturbo.

Lillo Foti non si arrende, ma dopo la salvezza sul campo ha bisogno di iscrivere la squadra al campionato 2015-2016 per poi tornare a lavorare su Scali o seguire altre piste estere che aveva già avviato. Da solo, però, non può farcela. Non stavolta, dopo aver fatto i salti mortali con impegni personali e disperati nelle stagioni precedenti. Chiede l’aiuto della città, tramite il Sindaco. Prende Falcomatà sotto braccio e lo porta a Roma da Tavecchio a chiedere tempo. “Torniamo con tre punti“, diceva il Sindaco nella conferenza stampa più partecipata della sua legislatura amministrativa dopo la trasferta capitolina. Ma passano cinque giorni e Tavecchio gli telefona chiedendo rassicurazioni. Falcomatà non da’ alcuna garanzia, ne’ si sente in dovere di avvertire Foti. Tentenna, resta vago. La città si risveglia che la Reggina non c’è più, vanificando tutte le speranze di continuare con un calcio di un certo livello a Reggio Calabria. Infatti ne sono seguiti quattro anni di batoste e umiliazioni, dentro e fuori dal campo: la parentesi peggiore della storia della Reggina.

falcomatà praticò regginaFatto fuori Nick Scali e spaventato Tavecchio, Falcomatà ha fatto il bello e il cattivo tempo per 4 anni con la Reggina di Praticò che non aveva la forza neanche di ottenere dal Comune il minimo indispensabile: un impianto per gli allenamenti, uno stadio agibile per le partite e il dovuto sostegno istituzionale.

Adesso il duro scontro con Luca Gallo, che è arrivato in città risollevando le sorti di una squadra al collasso e ha rilanciato in pochi mesi un club intorno a cui da tempo si era perso persino il briciolo della passione. La città si è riscoperta, all’improvviso, calda e stretta intorno al proprio vessillo sportivo grazie a quest’uomo venuto da Roma con un carico di passione ed entusiasmo che ha rivitalizzato una comunità provata da anni di delusioni, false promesse e speranze perdute.

E Falcomatà cosa fa? Si mette contro, per l’ennesima volta, non tanto al Presidente Gallo quanto alla Reggina. Il nodo Sant’Agata, quello del Granillo e tante altre piccolezze che non fanno altro che (s)qualificare il primo cittadino rispetto al patron amaranto, aprendo uno squarcio istituzionale di cui la città non aveva bisogno. Ma, ne siamo certi, Gallo non si fermerà di fronte a un Sindaco in imminente scadenza che ha da tempo perso ogni contatto con la realtà della città e della sua gente.

Da Nick Scali a Luca Gallo passando per Tavecchio: così Falcomatà ha completato la “Tripletta” di cinque anni ad alta tensione. Ma questo autogol arriva al 90° minuto, quindi dovrebbe essere l’ultimo. Sperando che il primo cittadino non riesca nella difficile impresa di siglarne altri in zona Cesarini.

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