Rieti-Reggina, il racconto di un pomeriggio “senza aggettivi”: vigilia nera, finale nerissimo. Al peggio non c’è mai fine…
Nonostante qualche schiarita, e un sole che si affaccia ogni tanto timidamente, le nubi scure e minacciose presenti al “Manlio Scopigno” facevano presagire a qualcosa di non proprio bellissimo oggi a Rieti. Come se non bastasse una vigilia già nera di suo. Ma questo calcio sta insegnando qualcosa: che al peggio non c’è mai fine…
Rieti-Reggina e il “circo finto”
Diciamoci la verità: quanto accaduto poco fa ha provocato stupore e meraviglia, ma fino ad un certo punto. Le vicende extra calcio degli ultimi anni relative alla terza serie assomigliano a qualcosa di simile ad un circo. Il circo, però, in confronto, è nulla. Un solletico, una carezza. E poco più. E’ il finale della “questione” Rieti-Reggina, piuttosto, a concludersi nel modo peggiore possibile. Un finale triste, inaspettato. Qui no, il circo non c’entra nulla. Al circo si ride, ma poi si finisce per applaudire.
Un pomeriggio indefinito: aggettivi non ce ne stanno più…
L’inizio del film è già grottesco di suo: “guerre” tra proprietà, “guerre” di comunicati, scioperi, dimissioni, bugie. Ma una cosa sembrava certa, quantomeno dalla giornata di ieri: Rieti-Reggina si gioca. Berretti chiamata a rispondere, a salvare la faccia (che altri hanno già perso, da tempo). Ma quantomeno la presenza dei giovanotti laziali era certa. E così è stato. Sì, fino a pochi minuti dall’inizio. Le squadre si riscaldano, il prepartita (almeno quello) è “reale”. Gli allenatori preparano le formazioni ufficiali e si parte. Anzi no. Fermi tutti. Si aspetta che le squadre escano dagli spogliatoi per entrare in campo, ma non accade. Si ritarda, c’è un’irregolarità nella distinta presentata dai padroni di casa. L’allenatore dei laziali, Pezzotti, non ha il patentino per allenare. Aveva una deroga, ma durava un mese. Oggi è scaduta. Non vale più. E così, ai ragazzini laziali, non resta che un blando riscaldamento. Arriva l’ufficialità. Tutti a casa, non si gioca. Lo spettacolo (del circo) è finito male. Malissimo.
“Ognuno si prenda le sue responsabilità”, già…
Difficile poter immaginare una giornata così. Neanche il migliore dei registi, col massimo degli sforzi, avrebbe potuto trovare un finale del genere. Manca un documento. Un documento. Un insulso documento mette fine ad una situazione che comunque, in ogni caso, sarebbe finita male. Ma mai così male com’è realmente accaduto. Superfluo, ad oggi, stare a sentenziare: “ci si doveva pensare prima”, “si fanno sempre i soliti errori”. Verità, senza dubbio, già trite e ritrite. Ghirelli, ieri, diceva: “ognuno si prenda le sue responsabilità”. Bene. Chiudiamola qua…