Ucciso autotrasportatore su una piazzola di sosta sulla Salerno-Reggio Calabria: arrestati il mandante e l’esecutore materiale, fanno parte della mafia di Barcellona P.G. [NOMI e DETTAGLI]

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Ucciso autotrasportatore su una piazzola di sosta sulla Salerno-Reggio Calabria: arrestati il mandante e l’esecutore materiale. Il 28enne venne ucciso in quanto responsabile del furto di un escavatore

A seguito di indagini dirette dalla DDA di questa Procura della Repubblica, condotte dagli agenti di Polizia della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile della Questura di Potenza, in data di ieri si è proceduta all’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale del Riesame di Potenza ( poi confermate in Cassazione) nei riguardi di Basilio Condipodero di anni 45 e  Giovanni Rao di anni 58, entrambi di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), ritenuti responsabili dei delitti di omicidio volontario, detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati sia per metodo che per agevolazione dall’art. 416 bis.1 c.p. I gravi fatti delittuosi contestati ai predetti risalgono al 1999, allorquando, in qualità di soggetto apicale del sodalizio mafiosa siciliano, denominato “famiglia barcellonese” nonché di mandante del delitto, Giovanni Rao ordinò a Basilio Condipodero esecutore materiale dell’omicidio (in concorso con Stefano Genovese di anni 45, già condannato dalla Corte di Assise di Potenza e tuttora detenuto per questo delitto) del commerciante ed autotrasportatore Carmelo Martino Rizzo di anni 28, assassinato la notte del 04.05.1999 in agro di Lauria (PZ), su una piazzola di sosta dell’autostrada A2 “Salerno-Reggio Calabria”, all’interno del proprio autoarticolato, nell’ambito di un’azione omicidiaria conclusa in territorio lucano ma diretta ad affermare ed agevolare l’attività delittuosa della cosca mafiosa operante a Barcellona Pozzo di Gotto (ME), in stretto collegamento con esponenti palermitani e catanesi di “Casa nostra”, per punire la vittima in quanto, secondo i mandanti, responsabile del furto di un escavatore di proprietà di una ditta sottoposta alla “protezione” del sodalizio mafioso (a cui pagava tangenti a titolo di estorsione).

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