L’ex sindaco di Livorno punta a guidare il porto di Gioia Tauro, l’ira di Mario Oliverio: “la presidenza di uno dei più importanti terminal d’Europa non è un surrogato del reddito di cittadinanza”

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L’ex sindaco di Livorno punta a guidare il porto di Gioia Tauro, l’ira di Mario Oliverio: “qualcuno spieghi a Nogarin che la presidenza di uno dei più importanti terminal d’Europa non è un surrogato del reddito di cittadinanza o un risarcimento alla sconfitta elettorale”

“Con incredibile disinvoltura, l’ex sindaco 5stelle di Livorno, Nogarin, confida a un quotidiano nazionale di ambire alla carica di guida dell’Autorità portuale di Gioia Tauro per intascare l’indennità e risolvere i problemi finanziari della sua famiglia con quattro figli”, è quanto afferma, il Governatore della Calabria, Mario Oliverio.Siamo al tragicomico: qualcuno spieghi a Nogarin che la presidenza di uno dei più importanti terminal d’Europa non è un surrogato del reddito di cittadinanza o un risarcimento alla sconfitta elettorale che ha determinato la sua non riconferma a sindaco di Livorno. Dal Ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, oggi in Calabria, ci aspettiamo parole chiare e definitive sul futuro dell’area portuale, già pesantemente penalizzata da scelte nazionali che ne hanno compromesso la piena operatività. Basti pensare allo spacchettamento dei porti calabresi, deciso con una riforma illogica e ai limiti della legalità, ai ritardi clamorosi nella nomina di vertice con un commissariamento in atto fra i più lunghi della storia e, ancora, ai tagli degli investimenti della Zes. Dal Ministro ci aspettiamo risposte chiare su come imprimere piena operatività alla Zes, restituire vigore all’Autorità Portuale e attivare i necessari investimenti di rilancio. A partire dallo sblocco delle risorse dell’Apq (accordo di programma quadro) su Gioia Tauro, bloccate da due anni per responsabilità delle amministrazioni centrali dello Stato. E, non in ultimo, ci aspettiamo una smentita su una imminente nomina di Nogarin, stendendo un velo pietoso sulle sue gravi dichiarazioni che rappresentano un insulto per la Calabria di cui francamente non se ne sentiva affatto il bisogno”, conclude.

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