L’Alta Velocità spacca in due l’Italia, il Pil cresce dove c’è la Tav: in Sicilia e Calabria nessuna speranza senza Ponte sullo Stretto

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Le città dotate di una stazione dell’Alta velocità, negli ultimi dieci anni, hanno registrato una crescita del Pil fra l’8 e il 10%, le città senza Tav sono rimaste ferme al 3%. L’alta velocità non arriverà mai in Sicilia e Calabria senza ponte sullo Stretto

La crescita dell’economia del nostro paese va di pari passo con lo sviluppo delle infrastrutture. Più si potenziano le infrastrutture, maggiore è la ricchezza che si produce sul territorio. A confermarlo è uno studio dell’Università Federico II di Napoli, rilanciato da Ennio Cascetta, docente ed ex capo della struttura di missione sulle grandi opere al ministero delle Infrastrutture. Cascetta ha riscritto  il piano delle grandi priorità infrastrutturali durante il ministero di Graziano. Dallo studio emergenze con chiarezza come l’Italia sia un paese spaccato in due e a giocare un peso determinante nel divario tra nord e sud c’è l’Alta Velocità: le regioni meno ricche sono quelle senza Tav. Il distacco è oltre sette punti percentuale: nelle città dotate di stazione Alta Velocità il Pil, dal 2008 al 2018, è cresciuto del 10%; nelle città in cui c’è una distanza superiore a due ore da una stazione all’altra, la crescita si è arrestata al 3%. Il significato delle crescita economica è contenuto nel numero degli spostamenti Av: nel 2017 su 143 milioni di spostamenti Av 40% sono nuovi nuovi spostamenti.

Alla Calabria le briciole

Il rilancio delle Infrastrutture è uno dei temi prioritari del Governo Conte, ma è evidente che ad oggi manchi ancora una definizione chiara e concreta sul “cosa fare” e quali siano le priorità. L’Italia è ancora un Paese spaccato in due e il Ponte sullo Stretto e l’Alta Velocità a Sud di Salerno dovrebbero essere le priorità. Di Alta Velocità per Calabria e Sicilia non se ne parla neanche. Nella sua visita in Calabria il Ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli ha annunciato che sul piatto ci sono tre miliardi di investimenti per garantire sulla Salerno- Reggio gli stessi tempi di spostamento ferroviario delle altre regioni: non si tratta di Alta Velocità, ma di Alta Capacità. L’alta capacità di una linea ferroviaria è una linea moderna che consente il passaggio più rapido e controllato dei treni, in particolare quelli del tipo merci. Ma, in assenza di una dorsale ferroviaria veloce,è utopico sperare nel rilancio generale di tutto il sistema dei trasporti su rotaia calabresi, e quindi anche di  in un rilancio dell’economia. “So che c’è la discussione sull’alta velocità, so però quello che possiamo fare e non quello che si vuole promettere“- ha detto il Ministro De Micheli durante la sua visita in Calabria.

L’importanza degli investimenti in infrastrutture

L’importanza degli investimenti nelle infrastrutture emerge dai dati dell’andamento del Pil durante l’ultimo decennio. Tra il 2009 e il 2018 in Italia sono crollati gli investimenti pubblici ed il Pil è rimasto bloccato. Gli unici dati positivi emergono sul fronte dell’esportazioni verso i Paesi dell’Unione Europea (+42%). La produzione industriale è cresciuta del 18,4%,  il turismo del 13%. Si tratta di comparti produttivi su cui occorre puntare ancor di più e che, ovviamente,  hanno un bisogno essenziale di infrastrutture. Cascetta è categorico: “Abbiamo una finestra temporale entro la quale fare le infrastrutture necessarie per rafforzare la competitività di questi segmenti. Se non la sfruttiamo, la finestra si chiuderà e l’impatto sulla nostra economia sarà drammatico”.

Ma quali sono le opere su cui puntare? Secondo Cascetta per favorire le esportazioni occorre, nel 2027, “un treno merci europeo dal Brennero a Gioia Tauro passando sia per l’Adriatica che per la Tirrenica”. E occorre completare la rete Alta velocità. Serve anche ridurre i costi sulla trasversale Liguria-Alpi, Genova-Ventimiglia e Verona-Brennero e progetti di fattibilità per velocizzare la Salerno-Taranto e la Napoli-Palermo.
Per il turismo bisogna completare e mettere in sicurezza la rete stradale, completare il piano nazionale aeroporti per gli scali principali, servono nuove ferrovie veloci per Linate-Malpensa, Orio al Serio, Venezia, Genova, Napoli, Lamezia Terme e Catania.

Perché è necessario realizzare il Ponte sullo Stretto

Il discorso dello sviluppo infrastrutturale è strettamente connesso a quello del Ponte sullo Stretto. L’ultimo grande investimento al Sud risale al 2001, col Governo Berlusconi,  con la Salerno/Reggio Calabria. Collegare stabilmente la Sicilia al continente avrebbe ricadute positive su tutto il territorio e con il Ponte sullo Stretto anche la Sicilia verrebbe collegata all’alta velocità. L’alta velocità non arriverà mai in Sicilia e Calabria senza Ponte sullo Stretto e questo lascia campo libero alle compagnie aeree, che applicano le tariffe che vogliono da Palermo e Catania per Roma e Milano. Se anche la Sicilia avesse l’alta velocità  ci sarebbe la concorrenza tra treno e aereo. “È impensabile estendere il servizio oltre lo stretto in assenza di un’infrastruttura stabile di collegamento. I treni AV, infatti, non sono “traghettabili” perché a composizione bloccata, a differenza degli attuali Intercity realizzati con carrozze tradizionali che, però, ne limitano la velocità ben al di sotto dei livelli AV. Ragion per cui il vettore aereo, che non ha confronti con il treno per tempi di percorrenza, continua ad operare in regime di sostanziale monopolio, favorendo le sperequazioni in termini di tariffe di cui tanto si parla proprio in questi giorni, a danno dei viaggiatori siciliani”- spiega Roberto Di Maria, Ingegnere Civile Trasportista e Dottore di ricerca in Ingegneria delle Infrastrutture dei Trasporti.

 

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