Coronavirus, la coppia cinese era stata a Parma. E a Roma si teme un terzo caso

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Coronavirus, si indaga sull’itinerario dei due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma: in queste ore nella Capitale si teme un terzo caso

Drastica decisione presa durante la riunione tenutasi a Palazzo Chigi: il Consiglio dei ministri ha decretato lo stato di emergenza sanitaria per sei mesi ed ha già stanziato a tal proposito 5 milioni di euro. L’allerta nazionale è scattata dopo diffusione della notizia dei primi due casi accertati di Coronavirus per una coppia di turisti cinesi sbarcati nel nostro paese. Entrambi adesso sono ricoverati all’istituto Spallanzani di Roma per aver contratto il virus. Secondo quanto appreso da fonti ufficiali, i due sono partiti da Parma in direzione Capitale con un’auto a noleggio, separandosi dalla comitiva di connazionali che ha scelto di viaggiare in pullman (recuperato ieri a Cassino e scortato fino alla Spallanzani). Anche l’autista dell’auto che ha viaggiato con la coppia è stato sottoposto ai controlli del caso.

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Roma, si teme un terzo caso di Coronavirus: dubbi su un operaio rumeno

Fonti ufficiali parlano poi di un terzo caso sospetto a Roma, un operaio romeno, Marian C. di 42 anni, che ha dichiarato all’ospedale di Tivoli, dove è andato ieri sera perché aveva la febbre alta, di essere stato a contatto con la coppia nell’hotel Palatino. Il direttore dell’hotel, dove i turisti alloggiavano, ha tuttavia smentito categoricamente sia un dipendente della struttura o di un’azienda collegata. Quando il personale del triage a Tivoli ha sentito che l’operaio poteva essere stato a contatto con i due contagiati di Roma sono scattate le procedure di emergenza, con l’isolamento e il trasferimento allo Spallanzani.

Confocommercio: “il Coronavirus ha provocato un drastico impatto sul fatturato dei ristoranti cinesi”

Confcommercio stima che “l’allarme suscitato dalle notizie sulla diffusione del Coronavirus stia mettendo in grande difficolta’ la ristorazione cinese in Italia”. Nei circa 5.000 ristoranti cinesi presenti nel nostro paese si registra una perdita di fatturato del 70% che tradotta in valori assoluti significa meno 2 milioni di euro al giorno. Se a questo aggiungiamo i 500.000 euro che i turisti cinesi in Italia spendono ogni giorno per mangiare la perdita complessiva della ristorazione è di 2,5 milioni di euro.

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