Gioia Tauro: la 10ª edizione del premio Metauros 2020 a Giovanni Petronio, autore impegnato de “I ragazzi della Fiumarella. Un disastro ferroviario a colori. E poi?”
La X Edizione del prestigioso premio letterario Metauros/San Brundolino 2020, fondato e fin da sempre sostenuto dal poeta di Gioia Tauro Rocco Giuseppe Tassone e bandito dall’Università Ponti con la Società per il Tempo Libero e la Socializzazione, di cui egli stesso è Presidente, ha assegnato al catanzarese Giovanni Petronio il premio nella sezione del saggio inedito e in quella come scrittore più giovane.
Ecco uno stralcio del verbale: “la giuria, valutate le opere pervenute ritiene di non assegnare il premio per le sezioni: a, b, c . Assegna il premio sez d – saggio – all’opera di giovanni petronio “i ragazzi della fiumarella un disastro ferroviario a colori. E poi?”. Assegna il premio autore piu’ giovane partecipante alla decima edizione a giovanni petronio. Lo scrittore da anni è impegnato civilmente e con determinazione, sia a trasmettere la memoria del più grave deragliamento ferroviario italiano, che è il disastro della Fiumarella verificatosi all’alba del 23 dicembre 1961 in prossimità di Catanzaro, su una vetusta linea delle Calabro Lucane, causando la morte di 71 individui, 31 dei quali ragazzi di Decollatura, la sua comunità d’origine, e sia a mettere, con stile e preparazione, i puntini sulle “I”, sulle questioni relative alle ferrovie secondarie della Calabria intera. Proprio come fa con la ferrovia Cosenza/Catanzaro, interrotta da molti anni, o appoggiando con i fatti il Comitato Pro-Taurensi per il ripristino funzionale della rete a scartamento ridotto della Piana. Entrambe infrastrutture di fondamentale importanza che devono essere inquadrate in un piano di rinnovato sviluppo delle aree della Regione, che sono tra le più depresse d’Europa.
Un successo importante per un giovane, che rappresenta anche un piccolo riscatto per la Calabria intera e per chi non si arrende e continua a lottare, con fiducia e speranza. Nelle conclusioni del suo struggente libro, fissa con la penna che: “Il nocciolo è che, da chi occupa ruoli politici, le persone debbano essere considerate con-cittadini e non, i propri cittadini! La classe politica, ma anche ognuno di noi, deve parlare alle fasce più disagiate e ascoltare l’urlo, anche “silenzioso” che dal basso si leva. La politica deve perseguire il bene della collettività, non il bene dei pochi. La Calabria, terra non povera ma impoverita, non può continuare ad accettare il paradigma di essere sospesa tra la speranza di un futuro-non futuro e l’illusione che nulla cambierà”.