Regionali Calabria, un parente mafioso imbarazza Aiello (M5S): “non c’entro nulla con mio cugino”

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Regionali Calabria, Aiello (M5S): “Peppino Impastato era figlio di un mafioso ma non era mafioso”

“Non c’entro nulla con mio cugino Luigi Aiello, peraltro morto 5 anni fa. Con lui non avevo alcun rapporto e ho fatto tutta la mia vita all’università, prima da studente, poi da professore”. E’ quanto afferma Francesco Aiello, candidato alla presidenza della Regione Calabria con l’alleanza civica del Movimento 5 Stelle, che commenta l’articolo del Fatto Quotidiano, apparso oggi, in cui è riportata la notizia dei trascorsi del cugino, Luigi Aiello. “Peppino Impastato – prosegue – era figlio di un mafioso e nipote di un mafioso, ma non era mafioso”. “Ieri sera – aggiunge Aiello – al Fatto Quotidiano avevo già precisato che con mio cugino non avevo alcuna frequentazione. Io sono Francesco Aiello, punto”. “Nella mia vita – prosegue ancora Aiello – ho sempre frequentato colleghi, studenti, dottorandi, magistrati, giornalisti, impegnandomi per la legalità e per la formazione delle nuove generazioni. Nessuno mi ha mai visto con la coppola, con santini bruciati e altri segni del genere. Fare questi accostamenti è un fatto grave, soprattutto sotto elezioni. Ed è lecito chiedersi a vantaggio di chi o di che cosa”. “Così – conclude Aiello – si ferisce la democrazia, la libertà e la dignità individuale. Tuttavia, ho spalle robuste e anche stavolta non mollo: vado avanti, sicuro di essere sulla strada giusta per contribuire a liberare la Calabria dal malaffare”.

Regionali Calabria, Parentela (M5S): “Aiello non c’entra nulla con suo cugino”

“Dal 2013 ad oggi il Movimento 5 Stelle ha presentato alle Procure calabresi circa un migliaio di denunce, su gravi violazioni nella sanità, nel ciclo dei rifiuti e nell’amministrazione regionale, di enti pubblici e di diversi Comuni, anche sciolti per infiltrazioni grazie alle nostre battaglie. Ora si tenta di offuscare questa attività, condotta senza avere nostri consiglieri regionali in Calabria, con l’accostamento gratuito tra il candidato governatore Francesco Aiello e suo cugino Luigi, morto da 5 anni e con precedenti di mafia”. E’ quanto afferma in una nota il deputato Paolo Parentela, coordinatore del Movimento 5 Stelle per la campagna elettorale dei grillini. “Francesco Aiello –prosegue- non c’entra nulla con suo cugino, non l’ha frequentato, non l’ha aiutato, non l’ha protetto e non l’ha seguito. Ricordo che secondo la Costituzione la responsabilità penale è personale, e questo dovrebbero tenerlo a mente tutti, a partire dai rappresentanti istituzionali. Ciò precisato bisogna distinguere i fatti dalle congetture. Aiello, al quale confermiamo la nostra vicinanza e fiducia, ha un torto solo: è nemico di tutte le ‘piovre’ e ha le competenze e la tenacia giuste per cambiare in concreto la Calabria”. “È inaccettabile che il Movimento 5 Stelle resti vittima di suggestioni mediatiche e che invece debba rimanere nell’ombra la coraggiosa opera di lotta che negli anni abbiamo portato avanti. Spesso –aggiunge Parentela– la parte della stampa tende a mettere tutta la politica sullo stesso piano, come se noi fossimo uguali al
centrodestra e al centrosinistra, che invece hanno avuto condannati o imputati per ‘ndrangheta e che, al contrario di noi, non hanno mai
fatto una sola denuncia al procuratore Gratteri e agli altri magistrati”. “Bisogna ripristinare la verità sulla politica calabrese e dire

-conclude Parentela- chi ha fatto o non ha fatto che cosa. Ieri Aiello ha denunciato un grave abuso della Regione compiuto il giorno dello scorso San Silvestro. Nessuno degli altri candidati alla presidenza regionale ha avuto il coraggio di seguirlo. In Calabria c’è un’emergenza di legalità. Noi l’affrontiamo con i fatti, gli altri ne parlano e basta. L’informazione nazionale ha il dovere di rendere chiare le diverse posizioni a riguardo”.

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