“Tevere Nostrum”: in uno straordinario libro fotografico di Erasmo D’Angelis il fiume mito come non è mai stato raccontato

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“Tevere Nostrum” è il titolo del libro di Erasmo D’Angelis: le foto e il racconto del fiume mito di Roma, cammino tra storia e cultura

Il Tevere celebrato come merita, con uno straordinario libro fotografico che unisce storia, natura, ecologia e cultura. Il più conosciuto, ammirato ed evocativo fiume del mondo raccontato e descritto con rigore scientifico e storico e con mano letteraria. È il libro che mancava sul fiume mito, fondativo di Roma e della nostra civiltà, un ecosistema fluviale di 405 chilometri che attraversa i suggestivi territori di 56 Comuni, da tutelare e valorizzare come il 26esimo Parco Nazionale. È “Tevere Nostrum”, edito da Polistampa e curato dal Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Italia Centrale, Erasmo D’Angelis.
Coordinati da Giorgio Cesari, lo hanno presentato allo storico Circolo Canottieri Tevere Remo il divulgatore scientifico Mario Tozzi, Lucio Ubertini, docente emerito alla Sapienza, Stefano Antonio Donnarumma, Ad di Acea, Massimo Gargano, direttore generale dei consorzi di bonifica dell’Anbi e i dirigenti delle aree dell’Autorità di distretto Letizia Oddi, Carlo Ferranti, Remo Pelillo e Pietro Ciaravola, autori delle prefazioni.
Le 380 pagine di grande formato sono arricchite da oltre 700 tra immagini suggestive catturate da fotografi naturalisti come Andrea Barghi, documenti scientifici, dipinti dei più grandi artisti e vedutisti di ogni epoca con vere rarità come i bagni senza vestiti nel fiume nel Settecento oggetto di un editto papale, cartografie, documenti e mappe, ricostruzioni dei porti e delle aree fluviali della Roma antica.
Il volume è suddiviso in 6 ampi capitoli: “In viaggio con il Tevere dalla sorgente alla foce”; “Regina Aquarum” con la storia degli antichi acquedotti romani fino alle moderne fonti del Peschiera; “Le fontane da mille e una notte” con il ritorno della grandeur dell’acqua nel Seicento; “I ponti sul Tevere” che sono 155 e per la prima volta sono elencati dalla sorgente al mare con le tipologie costruttive; “Mar Tevere” con la navigazione sulla via d’acqua dell’antichità e fino all’Ottocento e sull’unico fiume-mare italiano con una Capitaneria di Porto a Fiumicino; “Il Tevere odi et amo” con cinquemila anni di storia dai primi insediamenti ad oggi con l’elenco delle 196 grandi piene dal 414 a.C. al 2014.
“Tevere Nostrum” è il libro che appena aperto vi prenderà per mano e vi accompagnerà nella discesa dalla sorgente al mare, lungo un percorso che si snoda attraverso le 56 città di 4 Regioni (Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Lazio) in un’esplosione di naturalità dall’immenso valore ecologico, in una successione di ambienti e paesaggi unici e irripetibili che suscitano stupore e meraviglie e tra una fauna e una flora meravigliose. L’autore risale i secoli fino a cinque millenni fa, quando il fiume iniziò a scorrere, con un racconto intenso e coinvolgente, ricco di emozioni e inediti. Questa straordinaria biografia del fiume attraversa, infatti, ogni epoca storica e racconta anche l’epopea dei meravigliosi acquedotti romani o l’età dei mulini spinti dalla sua energia. Emerge la straordinaria complessità del fiume, la ricchezza degli ecosistemi del suo bacino con i 42 affluenti con continue meraviglie, come l’attraversamento di gole affascinanti e la nascita di immense cascate come le Marmore.
Il volume contiene tutte le informazioni sul fiume, presentato come “il nostro più antico monumento naturale nazionale”. E rilancia l’impresa di far nascere intorno al Tevere il 26esimo parco nazionale italiano, l’idrovia ecologica vitale che attraversa per 405 km tutto il centro Italia, da proteggere e valorizzare collegando le 18 aree protette esistenti tra parchi fluviali, oasi e aree naturalistiche delle regioni attraversate. Il messaggio è di un fiume da scoprire e riscoprire, creando occasioni come il Tevere Day a Roma, rendendolo fruibile con sponde e rive agibili, recuperando la meraviglia di uno spettacolo naturale. “Non lasciamolo scivolar via come fosse un intruso, ma viviamolo cogliendo tutte le sue esplosioni di naturalità che hanno un immenso valore ecologico, e la fantastica successione di ambienti e paesaggi e città con tesori d’arte universali, unici e irripetibili – spiega l’autore – Ho provato a inseguirlo dalla sorgente al suo delta, e in queste pagine provo a restituire le emozioni dei suoi mirabolanti slanci leggeri e insoliti, delle traiettorie più ardite, dei suoi utilizzi, degli affluenti che lo alimentano fino al tuffo nel Tirreno quasi con la presunzione di poterlo riempire. Quanti fiumi al mondo possono vantare un intreccio così profondo e fecondo tra storia, natura, cultura e un legame così intenso con le terre che attraversano rendendole fertili? Basterebbe rispondere a questa domanda per capire che è il tempo di un Tevere più sicuro, pulito, da vivere”.

Tra le notizie, c’è la sorpresa del Tevere finora considerato da tanti come “una fogna”. Non è più così. Non emana gli odori nauseabondi di due decenni fa. Il Tevere è invece oggi un fiume sempre più vivo. Il paesaggio fluviale è certo condizionato in parte ancora dalla notevole capacità di trasporto delle acque di piena degli affluenti nei periodi dei nubifragi non tutti con depurazione efficiente e sufficiente, ma è stata chiusa definitivamente da Acea, con un lavoro iniziato con l’amministrazione di Francesco Rutelli sindaco, la stagione nella quale il Tevere e l’Aniene fungevano da collettori fognari della Capitale e dei Comuni dell’area metropolitana. Una situazione drammatica oggi modificata dopo un lavoro costante e colossale che ha trasferito flussi di scarichi di circa 4 milioni di persone che si riversavano nelle acque del Tevere e poi nel mare, anche attraverso l’Aniene, con impatti devastanti sull’ambiente fluviale e sulle acque marine costiere, nei 25.200 chilometri di rete fognaria gestita da Acea Ato2 e dai collettori nei grandi impianti di depurazione di Roma e nei 170 impianti minori di depurazione dell’area metropolitana. Trattano oggi come meritano circa 500 milioni di metri cubi di acqua all’anno, calcolando anche l’acqua piovana che confluisce nel sistema fognario.
“Il Tevere – ha dichiarato Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato di ACEA – non è solo un simbolo di Roma ma è anche una risorsa della città. Il lavoro e l’impegno dell’Azienda negli ultimi anni hanno contribuito a rendere il fiume più vivo e più pulito, con un livello sempre maggiore di efficienza per quanto riguarda i controlli ambientali e la qualità delle acque. Il sistema impiantistico depurativo, per esempio, è in continua evoluzione tecnologica e oggi a Roma operano quattro principali impianti di depurazione ACEA al servizio di oltre 3 milioni di abitanti. ACEA, si è inoltre adoperata per eliminare gli scarichi non a norma e ha sviluppato un sistema di telecontrollo che permette di monitorare in tempo reale tutti gli impianti e le reti del servizio idrico integrato. Ad ulteriore testimonianza dell’importanza che riveste per ACEA il fiume che attraversa la città, sono orgoglioso di partecipare oggi alla presentazione del libro “Tevere Nostrum” realizzato con il supporto dell’Azienda e testimoniare così il profondo legame che ci lega alla storia della Capitale”.
La grande capacità di autodepurazione del fiume è già visibile anche alla foce dove spesso si ritrovano anche i delfini.

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