Il Coronavirus è poco più di un’influenza, dicono, ma speriamo che non arriva a Reggio Calabria perché senza personale sanitario sarà molto difficile essere curati come si richiede in questi casi
Le decisioni prese all’interno del GOM – Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria – rischiano di mettere in pericolo l’intera città. Non ci sono casi conclamati di Coronavirus, ma secondo gli esperti e se matematica e scienza non sono un’opinione, potrebbe essere solo questione di tempo. Il virus proveniente dalla Cina, come detto più volte, è mortale in una bassa percentuale di casi, mentre in molti altri si manifesta come una forte influenza e ha un decorso simile in tutto e per tutto a quello causato da un ‘normale’ virus stagionale. Il problema, però, sta nel fatto che sono diversi i casi in cui il nuovo Coronavirus riesca a causare danni a livello polmonare e delle vie respiratorie. In questo caso, come abbiamo visto per i pazienti ricoverati allo Spallanzani di Roma o in altri ospedali del Nord Italia, i soggetti colpiti dal virus necessitano di cure specifiche e in particolare delle terapia intensiva. Come si è visto, inoltre, le procedure sanitarie nel trattare i pazienti affetti da questo virus devono essere particolarmente delicate per evitare eccessivi contagi, e nonostante questo sono spesso gli stessi operatori sanitari a dover essere messi in quarantena, proprio perché sono i soggetti che più facilmente rischiano il contagio.
Ebbene, in questi casi appunto, un maggiore dispiegamento di forze sarebbe quanto mai opportuno. Ma siamo in Calabria e qui le cose sembrano magicamente funzionare al contrario: fra due giorni infatti il personale verrà notevolmente ridotto, come vi avevamo comunicato qualche giorno fa (Reggio Calabria, l’Ospedale Riuniti di nuovo a rischio: dal 1° marzo personale sotto organico, chi si prenderà cura dei pazienti?). I dipendenti e i cittadini speravano in un cambio di programma ma siamo al 27 febbraio e tutto tace. Anzi, peggio: il destino sembra essere segnato. Questa mattina, a margine del convegno sul Coronavirus tenutosi a Reggio Calabria, come ci riferiscono alcuni operatori sanitari che fra due giorni saranno lasciati a casa, è stato loro comunicato che non sarà rinnovato alcun contratto dei precari, ma semplicemente verrà spostato del personale da altri reparti per ‘tappare i buchi’. Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: tappando un buco da una parte, non si andrà a creare un buco da un’altra parte visto che nessuno reparto è in esubero e invece tutti sono in carenza di organico?
Il Coronavirus, ha precisato stamattina il commissario Iole Fantozzi a Reggio Calabria, è poco più di un’influenza. Tutti tranquilli dunque. Ma speriamo solo che quaggiù non faccia – o non superi – il numero di contagiati che si stanno verificando al Nord, perché in caso di complicanze noi reggini rischieremmo di non cavarcela con qualche giorno di terapia intensiva come il 38enne di Codogno che è in via di guarigione. Senza personale medico e infermieristico a disposizione sarà molto difficile essere curati come si richiede in questi casi.