Palmi: il Pizi commemora Bachelet e i valori democratici [FOTO]

Pizi commemora Bachelet
StrettoWeb

Palmi: l’iniziativa commemorativa è stata promossa dal Consiglio Superiore della Magistratura in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione nell’ambito delle iniziative previste dalla Carta di Intenti e fatta propria dalla Dott.ssa Francesca Falduto

“Commemorare è ricordare chi ha dato la vita per la difesa di valori fondanti alla base di quel mondo umano che chiamasi società civile. Quale strumento migliore, se non la voce e l’esempio, per tramandare ai giovani pagine luttuose della storia italiana perché siano da monito e non si ripetano più?”. Con questa considerazione, la Dirigente Scolastica dell’Istituto d’Istruzione Superiore “N. Pizi” di Palmi, Professoressa Maria Domenica Mallamaci, con una delegazione di studenti ha partecipato all’evento commemorativo del quarantesimo anno dall’assassinio di Vittorio Bachelet. L’iniziativa commemorativa è stata promossa dal Consiglio Superiore della Magistratura in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione nell’ambito delle iniziative previste dalla Carta di Intenti e fatta propria dalla Dott.ssa Francesca Falduto, Responsabile Regionale delle Consulte Provinciali Studentesche – USR Calabria.

Di grande impatto il luogo scelto per la commemorazione, vale a dire l’Aula bunker del Tribunale di Palmi, dove sono convenuti studenti, Dirigente Scolastico, Procuratore della Repubblica di Palmi, Dott. Ottavio Sferlazza; Presidente di Sezione del Tribunale, Dott. Francesco Petrone, in rappresentanza del Presidente del Tribunale di Palmi, Dott.ssa Concettina Epifanio. Qui è stata ricordata la nobile figura del Prof. Vittorio Bachelet, anche attraverso la visione di un filmato realizzato dalla RAI. Argomento poco noto agli studenti di oggi, quello relativo ai cosiddetti “anni di piombo”, durante i quali l’Italia fece fronte all’emergenza terrorismo che dilaniava uomini appartenenti all’ambito politico e non solo. Così riferisce il Procuratore Sferlazza: ”Anni difficili, in cui lo stragismo la faceva da padrone: spesso di matrice di destra eversiva, il terrorismo nero progettava e portava a termine progetti devastanti, con morti nelle piazze e nelle stazioni, potendo contare anche sulla complicità degli apparati dello Stato. Ma, al terrorismo nero, se ne affiancava un altro, di sinistra leninista che, sebbene animato da uno spirito di uguaglianza e dalla lotta contro il capitalismo, anch’esso finì per utilizzare strumenti impropri, come le stragi, a danno di uomini della statura di Bachelet, di Moro e di tanti altri che, in quegli anni, hanno tragicamente concluso la propria esistenza”.

Commemorare Bachelet è come tener viva l’idea della democrazia, quell’alto valore trasmesso dagli antichi Greci che con esso intesero garantire un sistema politico che rendesse tutti uguali davanti alla Legge, con gli stessi diritti, con gli stessi doveri, estesi a tutte le classi sociali, come ancora oggi è praticato nei sistemi statali a pieno governo democratico e Bachelet rappresentava, negli anni ’80, l’uomo del dialogo, un servitore dello Stato, che cercava di capire il proprio tempo con le sue complessità, che scommetteva sul bene che c’è nel mondo per ricostruire ed ha lasciato come eredità la sua estesa opera giuridica. “Un inguaribile ottimista, che aveva fiducia che ci fosse la possibilità di un futuro migliore per il nostro Paese, per le nostre istituzioni. Vissuto in anni in cui il modo di comunicare nel mondo politico era totalmente diverso da quello attuale: la politica moderna abbonda di offese e di insulti, diversamente dai politici della vecchia guardia che, pur nella diversità delle idee, delle ideologie e degli indirizzi politici, mostrava rispetto nei confronti dell’avversario”, ha affermato il Presidente di Sezione del Tribunale, Dott. Francesco Petrone. Incontro interessante, che ha aperto nuovi e sconosciuti scenari ai giovani studenti che conoscono fin troppo bene il concetto di mafia, ma ai quali non è nota la percezione di terrorismo legato agli anni di piombo; simili iniziative rafforzano, infatti, l’importanza della memoria della storia passata in cui l’Italia combattè questo triste fenomeno eversivo attraverso processi regolari e con un iter democratico che contraddistingue la nostra società civile. Il terrorismo degli anni ’80 ha tentato di estinguere i forti valori democratici incarnati anche dalla personalità di Vittorio Bachelet, morto assassinato, ma il ricordo di simili stragi dura tuttavia e rammenta che lo Stato, e soprattutto la Costituzione Democratica, “vince di mille secoli il silenzio”.

Marilea Ortuso

Condividi