Reggio Calabria, l’Ospedale Riuniti di nuovo a rischio: dal 1° marzo personale sotto organico, chi si prenderà cura dei pazienti?

StrettoWeb

“Ci saranno reparti letteralmente messi in ginocchio” raccontano i dipendenti dell’Ospedale Riuniti che lanciano l’allarme: si rischia il collasso

Era fine dicembre quando avevamo dato notizia del probabile imminente collasso dell’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria (Reggio Calabria, Ospedale Riuniti in ginocchio, a Capodanno si rischia il collasso dei reparti più importanti: addio ad altri 55 infermieri): il nosocomio reggino, che a stento con la costante carenza di personale riesce a far fronte alle esigenze del numeroso bacino di utenza, aveva inviato comunicazione di cessazione del rapporto di lavoro ad almeno 55 dipendenti precari. Un fatto normale, considerando appunto la precarietà dei lavoratori in questione, ma un rischio enorme per pazienti e cittadini che avrebbero così subito le conseguenze di una drastica riduzione del personale sanitario. Dopo qualche giorno, anche grazie alla eco mediatica avuta da quanto stava per accadere, era arrivata la lieta notizia: i contratti sarebbero stati prorogati  fino al 29/02/20 (Reggio Calabria, miracolo di fine anno al Riuniti: i dipendenti precari non vanno a casa (per ora) “grazie al rumore mediatico”). Un piccolo sospiro di sollievo che ora, però, sta volgendo al termine.

Pochi giorni fa, infatti, il GOM avrebbe inviato nuovamente le lettere di fine rapporto agli infermieri precari, portando di fatto l’ospedale e i cittadini al rischio catastrofe a partire dal 01/03/2020, come raccontato a StrettoWeb alcuni dipendenti. Tutto inutile dunque, uno specchietto per le allodole durate una manciata di settimane, una bomba che ora rischia di scoppiare nelle mani di dirigenti, sanitari e soprattutto pazienti. Che il lavoro a tempo determinato abbia un esito contrattuale simile, che si conclude appunto con la risoluzione del rapporto di lavoro, è cosa ovvia. Ciò che non è ovvio, però, è che lasciando a casa decine di dipendenti non ci siano già pronti altri sanitari che possano prendere il loro posto, magari a tempo indeterminato, per poter quanto meno garantire i livelli essenziali di assistenza, i quali con questa drastica diminuzione del personale verrebbero drasticamente a mancare.

La situazione è ai limiti del catastrofico, ci avevano raccontato a dicembre i dipendenti precari: “Ci sono reparti che hanno 7-8 unità di personale a tempo indeterminato. Molti capi reparto si sono già mobilitati perché si rischia il collasso. Noi ci preoccupiamo per il nostro lavoro, ma l’ospedale dovrebbe preoccuparsi della sua stessa sopravvivenza a queste condizioni. Ci saranno reparti letteralmente messi in ginocchio. Quello messi peggio sono l’Unità Coronarica, il blocco onco-ematologico, ma anche la medicina, il pronto soccorso, la rianimazione. Con una simile carenza di personale si verranno a creare problemi di ordine pubblico“.

E oggi sono ancora sono propri i lavoratori precari a lanciare nuovamente l’allarme: “Noi sapevamo già che prima o poi il contratto non sarebbe stato rinnovato – ci avevano raccontato alcuni dipendenti -, ma ci lascia perplessi il fatto che non ci siano concorsi in vista. Come ci sostituiranno? Non pretendiamo la stabilizzazione, ovviamente, ma cosa accadrà ora? Ci manderanno a casa e chiuderanno l’ospedale o assumeranno nuovi dipendenti? Per farlo, però, dovrebbero avere il tempo materiale necessario per l’assunzione e per la formazione, e questo tempo allo stato attuale non c’è“.

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