Roma, alla Galleria Fidia la mostra “Il mio sogno migliore”, omaggio di Natino Chirico a Federico Fellini

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Roma: giovedì 20 febbraio ad un mese dalla decorrenza in cui si è celebrato il centenario dalla nascita del regista italiano Federico Fellini, la Galleria Fidia è lieta di ospitare fino al 7 marzo la Mostra “Il mio sogno migliore” Omaggio a Federico Fellini con 15 opere esposte di Natino Chirico

Giovedì 20 febbraio 2020 alle ore 18.30 ad un mese dalla decorrenza in cui si è celebrato il centenario dalla nascita del regista italiano Federico Fellini, la Galleria Fidia è lieta di ospitare fino al 7 marzo la Mostra “Il mio sogno migliore” Omaggio a Federico Fellini con 15 opere esposte di Natino Chirico che durante la serata inaugurale alle 19.30 si esibirà in una Performance-Site Specific durante la quale terminerà un’opera dedicata al grande regista italiano. La mostra curata da Miriam Castelnuovo, intende proseguire il percorso avviato lo scorso ottobre 2019, quando per la Quindicesima Edizione de La Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Italiana, ha presentato Natino Chirico come artista candidato in Argentina nelle tre città: a Buenos Aires presso l’Istituto Italiano di Cultura Buenos Aires, a La Plata e a Rosario nei rispettivi Museo di Arte Contemporanea Latino Americana MACLA e Museo di Arte Moderna e Contemporanea Castagnino, ospite in entrambe le città, nel Consolato Generale d’Italia.

(…) La fama internazionale di Natino Chirico si riconferma oggi nel ribadire l’irrefrenabile trasporto con cui da sempre quest’artista si protrae verso la materia come se tra i colori della tavolozza egli tentasse di mescolarci la propria anima. Il Maestro Chirico ritrae Federico Fellini nella medesima postura a evocarne la coerenza professionale e sentimentale, che con il ripetersi inconfondibile della sua stessa sagoma ne conferma la propria poetica cinematografica: Fellini, un regista non replicabile se non dall’eco internazionale, la cui importanza ritrova significato in questa metafora iconologica creata da Natino Chirico. Durante la Performance la sagoma di Federico Fellini rivive oltre il proprio reiterarsi al pari di tante matrici o di un’unica indelebile impronta, riconducendo con egual logica ai “lietmotiv” delle più celebri sceneggiature firmate da questo grande regista italiano. Si partecipa a qualcosa che va oltre la spettacolarietà della pura “performance”; si supera il clima di “suspance” che normalmente caratterizza un “site specific”. Osservando Natino Chirico mentre dipinge dal vivo, si riscontra negli sguardi del pubblico una insolita attenzione, un coinvolgimento non soltanto visivo ma anche intellettuale. L’opera del Maestro appare quindi completata dalla reazione positiva con la quale il pubblico ne esprime il proprio apprezzamento (…)

DAL TESTO CRITICO DI MIRIAM CASTELNUOVO

Pertanto Federico Fellini verrà raccontato dal pennello di Natino Chirico davanti al pubblico di questa città che egli tanto amò, nel ricordo di Fausto Fiume proprietario della Galleria Fidia, che lo ricorda quando ancora bambino, suo padre salutava Federico Fellini in compagnia della moglie Giulietta Masina, negli anni in cui si dirigevano a pranzo in un noto ristorante di Piazza del Popolo.

“In questa Mostra “Il mio Sogno migliore”, supportato dalla spinta intuitiva che ne caratterizza lo stile, il Chirico artista e il Chirico uomo si riaffermano nel ripercorrere in senso metaforico le orme di Federico Fellini, riconducendo il pubblico presente attraverso la rievocazione dell’universo felliniano come di un fatto contemporaneo, la cui versatilità lo ha trasformato in aggettivo del Dizionario della lingua italiana. (…) Fellini amava trasferire nei suoi film sprazzi di quotidianità rubati durante le sue passeggiate nelle strade di Roma o talvolta origliati durante un caffè, il cui epilogo egli trasformava in una versione provocatoriamente emblematica, spesso autobiografica e con riferimenti alla sua infanzia. In modo simile l’intera poetica di Natino Chirico, seppur scandita da diverse fasi creative, si mantiene coerente nella ricerca di una narrazione immediatamente comprensibile, la cui semplicità egli esalta con l’uso vivace del colore nel persuadere il pubblico a riconoscervi la parte nascosta di ognuno. Diceva Fellini “Non cercate di interpretare e di capire, state solamente a sentire quello che vi dico, perché sono le passioni, le speranze, le paure, le vigliaccherie, le angosce, le sporcizie di un uomo che si ritiene come voi, insomma…”

DAL TESTO CRITICO DI M. C.

Una Roma da sempre evocatrice di storie di vita quotidiana, rintracciabili tra le trame delle più celebri pellicole di Fellini e alle quali infatti egli si ispirava nei suoi film. Natino Chirico con “Il mio sogno migliore” dedica ancora una volta il suo lavoro a questo grande regista nel voler riconfermare la personale professionalità e dedizione per cui l’artista racconta al pari del regista, le sue inconfondibili atmosfere senza tempo, così da renderle immortali. In Natino Chirico la figura dell’artista e dell’uomo si fondono in un’unica cosa, senza mai trascurare i sogni e le passioni personali, elementi imprescindibili dall’incessante creatività che ne caratterizza l’intera poetica. Nella mostra ci saranno anche alcune opere di Natino Chirico dedicate alla figura di Charlot di cui fu grande interprete l’attore Charlie Chaplin:

“Fellini amò profondamente Giulietta Masina, che lo stesso Charlie Chaplin definì “una Charlot donna”. La prima volta che la Masina interpretò i panni di un pagliaccio del Circo fu infatti per il film “La Strada” che ne valse il Premio Oscar nel 1957. Un amore dunque corrisposto quello di Fellini per Charlot: “si è collocato… costituito da quella lunghissima stagione dell’infanzia, della pubertà, della prima adolescenza ..che non finisce più… che ci portiamo nell’istinto della memoria sempre con noi…”. Anche per Natino Chirico il clochard con la sua esile figura e in testa la piccola bombetta e i baffetti corti, è tra le icone protagoniste del cinema da lui più amate e rappresentate. Charlot, il vagabondo anglosassone che ha girato il mondo con i suoi grandi scarponi i cui lacci lo hanno perfino saputo sfamare. In lui si rispecchia la dura esistenza degli umili, dei vinti, della gente comune che vive di stenti a cui l’arte di Chirico restituisce la memoria e il movimento come fosse un Film muto ma dei nostri tempi”.

DAL TESTO CRITICO DI M. C.

Orari dal lunedi al venerdi 10-13 / 16-19.30 sabato 10-13

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