Ieri, dopo il successo riscontrato nel pubblico messinese presso il Teatro “Annibale di Francia”, replica al teatro “Vittorio Currò” di Barcellona Pozzo di Gotto Occhio Malocchio…ed ecco un bel Papocchio
Domenica 1 marzo, dopo il successo riscontrato nel pubblico messinese presso il Teatro “Annibale di Francia”, replica al teatro “Vittorio Currò” di Barcellona Pozzo di Gotto Occhio Malocchio…ed ecco un bel PAPOCCHIO. Uno dei fil rouge di quest’esilarante ed emozionante commedia dialettale in due atti di e con Fabio La Rosa, messa in scena dalla compagnia “Grammelot”, come giustamente sottolineato dallo stesso titolo e dalla scelta -affatto casuale- delle scarpe rosse indossate da tuttele protagoniste femminili, è la superstizione.
Le vite di tutti i protagonisti della storia, infatti, sia uomini che donne, si ritrovano inevitabilmente intrecciate in quello spazio sospeso tra realtà e immaginazione, rappresentato dal teatro, ma anche da una dimensione magica e onirica, nella quale lo spettatore non riesce fino in fondo a comprendere se si tratti di persone reali o semplicemente anime. La scena si apre, infatti, con dei fasci di luce che appaiono contestualmente all’irrompere di una violenta scossa di terremoto abbattutasi nella dimora di una vecchia mavara. Lucilla, la maga appunto, sembra essere morta in seguito al terremoto e i personaggi lì riuniti, ognuno con le proprie motivazioni (comunicare con l’aldilà,farsi togliere “il malocchio”, trovare l’amore o la fortuna), saranno inevitabilmente costretti sia a prestarle soccorso e vegliarla, sia a dover “convivere”all’interno della stessa casa fino all’arrivo dei soccorsi. Ma non solo. E’ il momento in cui ognuno di essi farà i conti con la propria vita, con la propria storia, con il proprio passato e i propri errori. Ogni personaggio dovrà ascoltare la propria coscienza, con il proprio egoismo e i propri pregiudizi. Tra una risata e l’altra, entra così delicatamente in scena la parte “emozionale” della commedia, con al centro importanti tematiche come l’omosessualità, la transessualità, la prostituzione, il tradimento.
Solo dopo aver superato questa fondamentale impasse, solo dopo aver capito l’inutile affanno per problematiche superficiali o stupide, i protagonisti, o meglio le loro anime –dato che sono morte- possono finalmente riposare in pace e acquietare il proprio spirito. A quel punto anche la mavara, che tutti credevano morta, si risveglierà dallo shock causatole dal terremoto e sarà l’unica ad essere fisicamente trovata viva, come si può facilmente intuire dall’arrivo dei carabinieri e dalla radio che irrompe nella scena, quasi a riportare di nuovo lo spettatore alla “vera” realtà. Le anime fluttuano leggere in piccoli puntini luminosi fino a dissolversi del tutto sulle note di Che sia benedetta di Fiorella Mannoia. Al termine dello spettacolo un lunghissimo applauso ha accompagnato l’uscita di scena ed il saluto dei protagonisti della Grammelot: Fabio La Rosa, Lina Lisa, Simona Travia, Laura Calabrese, Nicole Orifici, Melania De Paola, Martina Previti, Antonella Borgosano, Mario Calabrese, Lina Lisa, Giusi Ionata, Paolo Pergolizzi, Nello Ciavirella, Graziella Triburgo, Giulia Calabrese, Giuseppe Gravagnae Claudio Ruggeri. Fabio La Rosa ha inoltre richiamato sul palco gli allievi de “La Fonte dell’Attore”, scuola di teatro emozionale inaugurata a Torregrotta a novembre 2019. Un progetto unico e ambizioso nato dalla passionee dall’amore del suo creatore, sicuramente destinato a regalare importanti soddisfazioni ed emozioni al nostro territorio e a quanti volessero farne parte.
Alessia Amalfi