Di scandali usati per “far male a qualcuno e non ad altri. A prescindere dalla distinzione tra colpevoli e innocenti” parla Piero Sansonetti in un illuminante editoriale
Uno scandalo servito a “far male a qualcuno e non ad altri. A prescindere dalla distinzione tra colpevoli e innocenti“. Questo pensiero messo nero su bianco da Piero Sansonetti, direttore de Il Riformista in merito a quello che è stato definito ‘scandalo Consip – Fatto‘, dovrebbe far riflettere molti, soprattutto in questo momento, soprattutto in Calabria e soprattutto in merito alle decine di arresti di pochi giorni fa che hanno letteralmente scosso la comunità di Sant’Eufemia d’Aspromonte. A finire ai domiciliari, tra gli altri, anche il sindaco e neo eletto consigliere regionale Domenico Creazzo, che fino a qualche giorno fa era considerato da più fronti una figura promettente della politica calabrese. Ma tornando alla frase di Sansonetti, il giornalista l’ha formulata appunto in merito all’affare Consip – Travaglio. Una questione sulla quale si cerca di fare luce. Ed è proprio ragionando su questa vicenda che Sansonetti parla anche dei fatti accaduti in Calabria. Non perché i due episodi siano in qualche modo collegati tra loro, ovviamente, ma per via delle dinamiche simili.
Una considerazione, quella di Sansonetti, che dovrebbe far riflettere i troppi che, in questo momento di confusione politica e sociale, stanno cercando di anticipare e portare processo e giudizi fuori dai tribunali, condannando a prescindere e senza far riferimento, come invece spiega benissimo Sansonetti, al tipo di intercettazioni che dovrebbero deporre a sfavore di Creazzo. Non esiste un concorso esterno in Consip nel caso di Travaglio come non esiste un concorso esterno in scopelitteria. Ma Domenico Creazzo sembra essere ai domiciliari proprio per questo.