Coronavirus, Gravina: “superata l’emergenza il calcio entrerà in crisi. Ripresa del campionato? Ecco le soluzioni…”

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Ripresa dei campionati, termine massimo per finire la stagione e rinvio dell’Europeo: tutti gli argomenti affrontati da Gabriele Gravina

Momento di emergenza, non solo a livello sanitario. Gabriele Gravina, Presidente della FIGC, ai microfoni di Sportitalia ha commentato il Decreto Cura Italia e degli effetti che questo avrà sul calcio italiano: “si è giunti alla sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti fiscali e contributivi anche per le società sportive. È un ottimo risultato, devo ringraziare il Ministro Gualtieri ed il Ministro Spadafora. Hanno raccolto le nostre esigenze, che danno il segnale evidente di uno stato di crisi. Lo sport nazione è in un momento critico”. Di seguito l’intervista completa riportata da tuttomercatoweb.com:

La raccolta fonda per lo Spallanzani?
“Il calcio è sempre presente, siamo vicini a chi sta vivendo momenti di difficoltà. È un piccolo contributo da parte del mondo del calcio. Vogliamo stare vicino a tutti coloro che stanno sacrificando il tempo e la famiglia, mettendo a rischio anche la loro vita”.

Spalmare la stagione in due parti?
“Non vogliamo ammazzare il campionato. Restiamo con i piedi per terra, cercando di capire la gravità del momento. Noi in questo momento abbiamo l’esigenza che il campionato italiano arrivi ad una conclusione. La deadline deve essere il 30 giugno, entro quella data dobbiamo concludere il campionato 19/20”.

Andare oltre il 30 giugno?
“Non è impossibile, ma è molto difficile. Potrebbe essere possibile adottare un provvedimento di carattere internazionale”.

Società a rischio fallimento?
“Il calcio entrerà, subito dopo questa emergenza, in un momento di grande crisi. Saremo costretti, subendo questo sussulto, a dover raccogliere delle macerie. Il nostro mondo deve dimostrare di essere autosostenibile, per questo noi chiederemo un confronto aperto con calciatori ed allenatori. Poi lo faremo anche col Governo”.

Rinviare l’Europeo al 2021?
“Probabile. Credo sia la soluzione più giusta”.

La strategia da presentare alla UEFA?
“Domani ci confronteremo. Già in occasione del congresso di Amsterdam c’è stato modo di scambiare qualche battuta fra i vari presidente delle Federazioni Oggi, al contrario di due settimane fa, abbiamo delle certezze. Abbiamo un nemico subdolo, dobbiamo sconfiggerlo rapidamente perché la tutela della salute dei cittadini viene prima di tutto. I campionati di calcio devono trovare una loro definizione, abbiamo l’esigenza di dare certezza per il futuro. L’unica certezza è il completamento dei tornei, tutto dipende dal tempo a disposizione. Se c’è poco tempo, mi sono permesso di consigliare i playoff ed i playout. Anche la UEFA ha accolto piacevolmente questa mia idea, può essere anche un’idea per dare maggior appeal ai campionati. L’altra ipotesi è quella del congelamento della classifica. C’è un’altra ipotesi, io la cito ma la escludo: quella di non assegnare il titolo. Non si tratta solo del titolo, noi abbiamo l’obbligo di comunicare alla UEFA chi va in Champions ed in Europa League e dobbiamo sapere chi sale e chi scende di categoria. Io mi auguro che riusciremo a finire il campionato, vorrebbe dire abbiamo sconfitto il virus”.

Il blocco delle retrocessioni?
“No, non vogliamo avviare una stagione in questo modo. Dobbiamo rispettare i format dei campionati”.

Congelare gli stipendi?
“Ne dobbiamo ancora parlare. Io credo molto nel confronto. Il confronto è decisamente meglio delle imposizioni”.

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