Coronavirus a Reggio Calabria, Locri centro Covid. Insorge il Comitato “DifendiAmo l’Ospedale”: “vogliono smantellare il nosocomio locrese e dirottare tutti i servizi ordinari a Polistena”
“Vogliono smantellare l’Ospedale di Locri e dirottare tutti i servizi ordinari verso l’Ospedale di Polistena. In questo modo non si potrà più fare dietrofront ed il territorio locrideo si troverebbe con una mano davanti ed una di dietro. Non è più un’idea recondita; il nosocomio locrese starebbe per subire un saccheggio a favore di quello di Polistena. I fatti non possono che darci ragione”. E’ quanto scrive in una nota il Comitato “DifendiAmo l’Ospedale”. “Con nota prot. n. 15869 del 20/3/2020 del direttore sanitario aziendale e con lettera del 23/3/2020 a firma dei responsabili UU.OO.P.O. Polistena si evince – prosegue la nota– che la struttura ospedaliera della locride è stata individuata come P.O. “Covid” nonostante l’attuale precaria condizione di posti-letto (nessun posto letto per osservazione, 4 o meno posti letto per sub-intensiva polmonare e 8 posti letto per terapia intensiva) destinando all’uopo 12 posti letto per osservazione, 10 per sub-intensiva e 12 per intensiva, mentre Polistena andrebbe a garantire la gestione ordinaria per tutte le malattie non-Covid di tutto il territorio Locrideo: ciò comporterebbe in pratica il trasferimento di tutti i nostri reparti (ad es. Chirurgia, Ostetricia, Cardiologia ecc.) presso quel nosocomio. Ci si domanda con quale criterio, se non quello da noi paventato, si è potuto pensare di individuare il nostro Ospedale come centro COVID, nonostante sul territorio della piana insistano più strutture ospedaliere funzionanti (spoke Polistena, Gioia Tauro, Palmi)?”
“Come mai -sottolinea il comitato- nonostante vi fosse la possibilità per l’ospedale di Polistena di destinare per la rianimazione ben 18 posti per i pazienti COVID (come dichiarato dalla responsabile della terapia intensiva del P.O. di Polistena alla riunione per l’emergenza COVID del 3/3 u.s. con il dirigente dipartimento Sanità regionale dott. Belcastro) si è pensato di fare una scelta diversa? Come può essere possibile una decisione in tal senso nonostante ancora l’Ospedale di Polistena sia stato destinatario di donazioni di ventilatori e monitor per l’emergenza COVID? La risposta è che in realtà questi spostamenti appaiono precostituiti a garantire, una volta terminata l’attuale situazione d’emergenza, una continuità all’ospedale di Polistena lasciando in macerie il nosocomio locrese. Dobbiamo svegliarci una volta per tutte ! Non possiamo accettare questi accordi sotto banco decisi sulla pelle dei cittadini che ci lascerebbero sprovvisti dei più elementari servizi di assistenza sanitaria. Quanto stiamo affermando non è frutto della nostra fantasia ma è deducibile da una serie di comprovati elementi che, qualora non vi fosse questo disegno, comporterebbero scelte aziendali diverse. Infatti chi potrebbe mai pensare di utilizzare Locri come centro COVID quando per raggiungere i centri HUB di Reggio Calabria e Catanzaro è necessario un viaggio di almeno un’ora e mezza mentre dall’ospedale spoke di Polistena basterebbero 30-40 minuti ? Ed ancora, come si può pensare di installare un centro COVID quando nella struttura, ad oggi, mancano gli strumenti previsti dalla nota DSA (letti, monitor, ventilatori, carrelli, barelle ecc.), quando i sanitari non sono pronti perché ancora non formati né informati sulle modalità ed i protocolli da adottare, né sul percorso diagnostico e strumentale da seguire per il triage del paziente COVID ?
“Come è possibile pensare al P.O. di Locri – aggiunge la nota- quando non vi è personale sufficiente presso il reparto di Radiologia, per coprire i turni nelle ventiquattr’ore, essendo questo un servizio indispensabile per effettuare la diagnosi in caso di paziente COVID ? C’è da dire che oltre a questi deficit non sono stati individuati neanche i percorsi per il paziente sospetto COVID né tantomeno la sua allocazione (prima, durante e dopo un’eventuale intubazione) anche in attesa di trasferimento presso il GOM di Reggio Calabria. Il presidio è inoltre del tutto sfornito degli indispensabili DPI, oltre ad essere carente del personale sufficiente a fronteggiare una malaugurata emergenza. Non è stata prevista né programmata la possibilità di sottoporre a tampone per il controllo di un eventuale contagio COVID il personale medico e paramedico. Inoltre, il deficit di organico che è sotto gli occhi di tutti, comporterebbe l’impossibilità di garantire il servizio con la regolare turnazione; senza pensare a cosa potrebbe accadere se malauguratamente qualcuno dello stesso personale dovesse risultare positivo al contagio. Tutto ciò passa sicuramente in secondo piano quando il piano strategico non riguarda il COVID ma ben altro. In definitiva non si ravvede una sola ragione per adottare un provvedimento così scellerato. Non siamo contrari affinché quello di Locri venga identificato come Ospedale provinciale COVID, ma non permetteremo assolutamente che alcun reparto venga spostato in altra sede. D’altronde la struttura del nosocomio locrese è così ampia da contenere, con pochi e rapidi interventi, ma con le dovute forniture di uomini e attrezzature, sia i servizi ed i reparti ordinari che quelli legati all’emergenza COVID”, conclude la nota.