Messina, la Commissione liquidatori Atm: “il dovere di un funzionario pubblico è rispettare le norme vigenti”
“E’ diritto di ogni cittadino avere risposte che siano chiare ed imparziali dalla Pubblica Amministrazione, ed è dovere del funzionario porre in essere azioni che siano utili ed incontestabili rispetto al ruolo per il quale si richiede l’intervento richiesto dalle norme vigenti e quindi necessario.
Nella fattispecie il ruolo svolto dal Centro per l’impiego e per esso dal funzionario delegato, deve essere esclusivamente un ruolo di controllo e di garanzia nella procedura che non può passare esclusivamente da atti e comportamenti che vengono richiesti da terzi senza mai prendere in considerazione quelle che sono le reali volontà delle parti”.
Lo dice Piero Picciolo commissario liquidatore di Atm, come portavoce della commissione dei liquidatori, rispondendo alle polemiche scaturite per le dichiarazioni del centro dell’ impiego a firma dell’Ing. Gaetano Sciacca, apparse oggi sui media.
L’alto funzionario del Centro per l’impiego dimostra di non aver compreso il motivo per cui è stata richiesta la procedura di licenziamento collettivo e non ha inteso recepire quelle che sono le volontà della parti in causa e l’interesse primario di garantire il posto di lavoro a tutti i 461 dipendenti della ATM in liquidazione.
Dal punto di vista tecnico invece faccio qui riferimento all’art. 2489 del codice civile dove si parla di poteri dei liquidatori “Salvo diversa disposizione statutaria, ovvero adottata in sede di nomina, i liquidatori hanno il potere di compiere tutti gli atti utili per la liquidazione della società. I liquidatori debbono adempiere i loro doveri con la professionalità e diligenza richieste dalla natura dell’incarico e la loro responsabilità per i danni derivanti dall’inosservanza di tali doveri è disciplinata secondo le norme in tema di responsabilità degli amministratori “ed all’art.50 dello Statuto dell’ATM in base al quale “Il Consiglio Comunale, quando ne ravvisasse la necessità, provvede alla soppressione dell’Azienda la cui deliberazione viene assunta con maggioranza dei due terzi dei consiglieri assegnati. Quando il Consiglio Comunale delibera la soppressione dell’Azienda, la liquidazione è affidata ad una commissione composta da tre membri nominati dal Sindaco e compiuta entro il termine fissato dal Consiglio, salvo le proroghe eventualmente necessarie, che devono pure essere stabilite dal consiglio stesso. La Commissione cura la gestione ordinaria dell’azienda senza intraprendere alcuna nuova operazione; procede sollecitamente alla definizione degli affari pendenti e alla riscossione dei crediti liquidi; compie gli atti conservativi necessari e procede all’alienazione dei beni soggetti a facile deperimento. Forma lo stato attivo e passivo dell’Azienda e un progetto generale di liquidazione che sottopone al Consiglio Comunale corredandolo di una relazione esplicativa. Il Consiglio Comunale con motivata deliberazione, presa con l’intervento della maggioranza dei consiglieri assegnati, approva, ed occorrendo, modifica il progetto di liquidazione stabilendo quali beni dell’Azienda cessata debbano passare a far parte del patrimonio comunale o debbano essere destinati ad altra azienda, ente, consorzio e quali debbano essere alienati. La Commissione, nei limiti del piano approvato, ha la facoltà di disporre pagamenti, concludere transazioni, procede ad atti di liquidazione e promuovere giudizi osservando le norme previste dal presente statuto. Le variazioni al piano di liquidazione devono venire approvate secondo le norme stabilite per l’approvazione del piano stesso”.
“A chiarimento di tutto l’iter che ha portato l’ATM in questa fase prosegue Picciolo -di liquidazione giova ricordare che:
– con delibera del Consiglio Comunale di novembre 2018 è stato definitivamente deciso di sciogliere e liquidare l’azienda speciale ATM;
– la nomina dei liquidatori di giugno 2019 ha successivamente sancito l’inizio della procedura di liquidazione del patrimonio aziendal;.
Tutta la procedura attuata fin qui è legittimata e conforme a quanto prevedono sia l’art. 2486 del C.C. e sia dall’art. 50 dello statuto sociale che nel punto che riguarda il piano di liquidazione, non approvato dal consiglio comunale, fa riferimento esclusivamente a tutti gli atti inerenti la liquidazione del patrimonio mobiliare, immobiliare e finanziario dell’azienda e mai fa riferimento ai rapporti con i lavoratori dipendenti il cui rapporto di fatto sarebbe dovuto cessare e cesserà con l’interruzione del contratto di servizio e che non ha bisogno di nessuna ulteriore autorizzazione da parte del consiglio comunale che ha già deciso il 23 novembre 2018, né tanto meno il potere di rappresentanza legale nei confronti dei terzi.
Il dirigente del Centro per l’impiego ha convocato le parti per il prossimo 13 marzo alle ore 10 per la prosecuzione della procedura di licenziamento collettivo di cui alla L. 223/91, saranno presenti un rappresentante per l’azienda, uno per il Comune ed uno per ogni sigla sindacale”.