Reggina, Gallo e la Serie A: quello strano concetto rimarcato dal Presidente e il paragone con il modello-Atalanta…

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Reggina, Gallo e uno strano pensiero: perché il presidente dice “raggiunta la Serie A, il mio compito è finito”, ma poi non si pone limiti e ambisce al modello Atalanta?

E’ il sogno di una città intera, è l’obiettivo della squadra di Mimmo Toscano. Una volta superato questo periodo di emergenza sanitaria, la Reggina tornerà a concentrarsi per cercare di ottenere il prima possibile la matematica promozione in Serie B. Il presidente Luca Gallo ieri in diretta coi tifosi su Youtube è stato come al solito un fiume in piena, quando parla non rilascia mai dichiarazioni banali. Talvolta però al patron amaranto piace restare un po’ misterioso, essere un po’ criptico, lasciare ai suoi interlocutori il dubbio di interpretazione. “So che ciò che sto per dire potrà essere usato contro di me. Ma devo, per un qualcosa di personale accaduto nel mio passato, portare la Reggina in Serie A. Una volta che avrò portato la Reggina in Serie A, il mio compito qui sarà finito. Poi si vedrà”, è questo un passaggio su cui vogliamo porre l’attenzione e riflettere sul significato.

Non è la prima volta che il presidente Gallo affronta questo discorso, era infatti già capitato il giorno dell’inaugurazione dell’Official Store in Piazza Duomo. Erano sicuramente tempi diversi, erano certamente momenti di festa: quelle parole erano rivolte ad un futuro troppo lontano, per così dire “campate in aria”, e il loro peso non fu misurato al reale valore. Ieri però l’imprenditore romano ha rimarcato nuovamente questo strano concetto, adesso però è giunto il momento di analizzare la frase.

Qual è l’avvenimento personale legato al passato del patron reggino, questo non potremo mai saperlo, qualora appunto non sia lui stesso a decidersi di svelarlo. Sembra quasi che Gallo voglia proprio “sdebitarsi” di qualcosa con la città o con la squadra, di avere un debito nei confronti della Reggina ed ha la necessità di estinguerlo a tutti i costi. Raggiungere la Serie A è l’obiettivo primario, forse ultimo di Luca Gallo, ma ciò non significa che una volta raggiunto il traguardo deciderà a priori di lasciare il timone amaranto. Tutto rimane un’ipotesi, ma il “poi si vedrà” è in virtù di ciò molto significativo. Essere in Serie A non vuol dire trovarsi nel limbo come avviene in la Serie C, avere uno stadio di proprietà (magari!) apre prospettive totalmente diverse.

Il fatto di pensare, appunto, ad uno stadio di proprietà, che possa essere fruibile dai cittadini di Reggio Calabria (hotel, ristoranti, museo del club), oppure di fare il possibile per ottenere la gestione del centro sportivo Sant’Agata per i prossimi 50 anni, è il chiaro messaggio di un imprenditore che opera degli investimenti per un guadagno sul medio-lungo percorso. I tifosi comunque devono stare tranquilli, la certezza è che un passo alla volta Gallo sta riportando il club ai fasti del passato. Soltanto immaginare di poter emulare il modello Atalanta e di non porsi alcun limite perché “Reggio Calabria è una grande piazza” deve far sognare il popolo amaranto. La società è solida, anzi solidissima. Quello che riserverà il futuro purtroppo non è dato saperlo, quel che i reggini possono al momento fare è godersi il gioco entusiasmante della squadra di Toscano e restare accanto alla loro squadra del cuore il più possibile.

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