Il terremoto dello Stretto di Messina al centro di un’iniziativa a Roma

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Roma, quarta giornata di “Geologia e Storia”: si discuterà dei grandi terremoti del passato, come quello di Messina e della Calabria, gli tsunami antichi, le informazioni tratte dalle fonti storiche dopo eventi catastrofici

I grandi terremoti del passato, come quello di Messina e della Calabria, gli tsunami antichi, le informazioni tratte dalle fonti storiche dopo eventi catastrofici: sono alcuni degli argomenti al centro della quarta giornata “Geologia e Storia” promossa da Ispra con la collaborazione di SIGEA – Società Italiana di Geologia Ambientale, ospitata dalla Società Geografica Italiana. Oltre a Ispra e Sigea, partecipano alla giornata esperti dell’INGV, della Protezione Civile e delle Università italiane. Il rischio sismico è un tema cruciale per il nostro Paese. Si calcola che da fine Ottocento ad oggi, ogni 4-5 anni si sia verificato un terremoto disastroso con vittime. Ancora pochi giorni fa, mentre in Italia si alzava l’allarme per il contagio da Coronavirus, la terra ha tremato a Rende (Cosenza) con una scossa di magnitudo pari a 4,4.

Da alcuni anni il mondo scientifico ha iniziato a valorizzare un approccio più multidisciplinare nell’ambito della ricerca, con il fine di fare prevenzione verso i grandi rischi naturali che interessano il nostro territorio. Nel campo della geologia, questo significa mettere insieme lo studio cartografico con quello geologico, l’analisi territoriale di suscettibilità con quella storica e archeologica. Molto può essere fatto per implementare lo studio del territorio grazie allo sforzo congiunto di tutta la comunità scientifica. L’approccio multidisciplinare avviato con queste giornate di studio ha messo in luce la necessità di approfondire gli studi in modo diverso. “E’ importante censire gli effetti al suolo avvenuti nel passato per avere un’idea più chiara della suscettibilità del territorio – ha ricordato Stefania Nisio dell’Ispra – Nelle carte di microzonazione sismica, ad esempio, non vengono riportate eventuali cavità e vuoti sotterranei che dovrebbero invece essere rappresentati. Sarebbe necessario uno studio specifico del territorio italiano in grado di salvaguardare alcuni centri abitati, poiché sono ancora poco chiari gli effetti della propagazione delle onde sismiche laddove vi sono vuoti sotterranei”.

Gli effetti ambientali derivati dai terremoti sono una delle attività che vede Ispra impegnata da diversi anni, recentemente dopo i terremoti dell’Aquila e di Amatrice. “Ispra ha il compito di raccogliere i dati geologici sul territorio, tra i quali quelli sulle faglie attive, le cavità sotterranee, le frane – ha ricordato Claudio Campobasso, Capo Dipartimento per il Servizio Geologico dell’Ispra – impegno che vede da anni l’Istituto in prima fila nella salvaguardia del nostro Paese”.

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