Coronavirus in Calabria, lettera di Nucara a Santelli: “iniziamo a programmare le riaperture. È importante avviare una discussione, coinvolgendo i rappresentati delle categorie produttive, al fine di ricercare il giusto punto di equilibrio, che consenta di contemperare le esigenze di sicurezza, di libertà e di sviluppo economico”
Di seguito la lettera integrale dell’On. Francesco Nucara del Partito Repubblicano Italiano rivolta al presidente della Regione Calabria, Jole Santelli:
“Cara Presidente, carissima Jole,
Il Paese attende che vengano definiti i tempi e le regole che accompagneranno il ritorno alle attività quotidiane. I dettagli non sono ancora noti, ma è probabile che – così come è già avvenuto durante la fase di progressiva chiusura – la ripartenza non interesserà tutti allo stesso modo e allo stesso tempo. Si sente parlare di differenziazioni per aree geografiche, per settori di attività, per fasce di età, etc. Personalmente, non condivido il tono da cori da stadio che sta animando il dibattito politico tra chi preme per ripartire al più presto e chi invece ritiene opportuno attendere. Sono più interessato a partecipare alla discussione su “come” ripartire. Credo sia abbastanza chiaro che – quanto meno in un primo momento – la cosiddetta “ripartenza” dovrà essere accompagnata dall’adozione di misure cautelative, al fine di tutelare le persone dal rischio di contagio che – è bene ricordarlo – è sempre in agguato. Dopo mesi di “clausura” saremo tutti comprensibilmente animati dalla voglia di uscire all’aria aperta, di muoversi, di intrattenere relazioni sociali e, perché no, di far vacanza. Nei giorni scorsi, i media hanno pubblicato l’immagine di alcuni cubicoli in plexiglass che qualcuno avrebbe pensato di utilizzare per governare l’accesso agli arenili. La proposta, che non esito a definire surreale, ha il merito di spingerci ad interrogarci su come dovranno essere organizzate le nostre spiagge al fine di consentire a residenti e turisti di “vivere il mare” in sicurezza durante l’estate che è ormai alle porte.
Le spiagge calabresi hanno due caratteristiche peculiari, che vanno considerate per tempo e con attenzione, al fine di valorizzare le opportunità e contenere i rischi. Mi riferisco, anzitutto, alla disponibilità di 800 km di costa, con arenili spesso profondi, che ci potrebbero consentire di programmare meglio di altri la fruizione delle spiagge.
Alzi la mano chi non ha mai “postato” la foto della propria spiaggia preferita, quasi deserta anche ad agosto, provando una piccola soddisfazione nell’inviarla all’amico che villeggiava nelle località più alla moda, in cui le persone erano talmente pigiate una all’altra, che sembrava di stare in una scatola di sardine. Non v’e dubbio che quest’estate, chi andrà al mare vorrà farlo senza correre rischi e quindi preferirà posti meno affollati. Se ci organizziamo, noi possiamo offrirli. Sull’altro piatto della bilancia, va ricordato che in Calabria si registra una prevalenza di spiagge libere rispetto alle spiagge affidate alla gestione di operatori professionali. Questo aspetto, che alcuni apprezzano per la possibilità di fruire il mare in libertà e a basso costo, quest’anno potrebbe tradursi un punto di debolezza, in quanto la mancanza di un gestore implica l’assenza di servizi e di organizzazione e più facilmente potrebbe dar luogo a quegli assembramenti che molto probabilmente le nuove regole ci imporranno di evitare. Sullo sfondo, le statistiche del mercato del lavoro, che ci ricordano come la Calabria continui ad essere tra le regioni con le peggiori performance, in specie per quanto riguarda il tasso di occupazione dei giovani. E allora, che fare? A mio parere, questa situazione complicata con la quale dobbiamo imparare a confrontarci ci offre l’occasione per la definizione di un nuovo progetto di sviluppo, che consenta di godere in sicurezza la bellezza del nostro mare, programmando gli accessi e organizzando i servizi. A scanso di equivoci, non penso a grandi campagne che inneggino alla corsa alle spiagge calabresi. Sarebbe un errore e ci esporrebbe a gravi rischi.
Quel che propongo è la creazione di mini-pacchetti turistici che comprendano – oltre ai tradizionali servizi – la garanzia di adeguati distanziamenti sulle spiagge. Sempre per chiarezza: non propongo di chiudere le spiagge libere, ma di presidiarne la fruizione e regolare gli accessi, dando lavoro ai nostri giovani, sotto il coordinamento dei professionisti del settore. La regione potrebbe favorire questo processo, accompagnando il rilascio di nuove concessioni demaniali a burocrazia zero, che, per questa estate, potrebbero avere un canone gratuito o comunque molto ridotto. Allo stesso modo, i comuni potrebbero collaborare favorendo l’avvio delle attività, azzerando l’imposta di soggiorno e la TARI, organizzando i necessari servizi complementari (parcheggi, controllo del traffico, etc.) oltre che, ovviamente, aggiornando l’organizzazione dei lidi comunali. Inoltre, è necessario fissare un set di regole per la fruizione della spiagge (poche, senza stravaganze, ma tassative), che consentano agli operatori di programmare gli investimenti conoscendo con chiarezza i costi a cui devono andare incontro ed ai cittadini di utilizzare i servizi con la necessaria tranquillità. È importante avviare presto questa discussione, coinvolgendo i rappresentati delle categorie produttive (in primis, stabilimenti balneari e alberghi, bar e ristoranti), al fine di ricercare il giusto punto di equilibrio, che consenta di contemperare le esigenze di sicurezza, di libertà e di sviluppo economico. Ti scriverò ancora con riguardo al settore industriale. Carissima Jole non si tratta di “sfruttare” un momento negativo per il nostro Paese, ma realisticamente è pensabile, e anche auspicabile, che dopo mesi di clausura si avrà voglia di godere di qualche libertà. Se riterrai opportuno parlarne sono disponibile ad un incontro da amico, da calabrese e da repubblicano”.
Francesco Nucara