Coronavirus, il Governo verso il pugno duro contro la Regione Calabria
In base a quanto apprendiamo nella notte da fonti di governo, l’esecutivo sta valutando la diffida dell’ordinanza della Regione Calabria con cui il governatore, Jole Santelli, consente già da oggi, Giovedì 30 Aprile, la riapertura dei locali con tavoli all’aperto, dei mercati e dà il via libera alla ripresa degli sport individuali. L’ordinanza, riferiscono fonti vicinissime al Governo, è stata oggetto di discussione del Consiglio dei Ministri che si è concluso da pochi minuti. La diffida è il passo che precede l’impugnativa. Si tratta, in estrema sintesi, di una lettera con cui si invita il governatore a rimuovere le parti incoerenti dell’ordinanza rispetto al Dpcm varato dal premier Conte. Se le modifiche non verranno apportate, il governo potrà a quel punto decidere di ricorrere al Tar o alla Consulta e impugnarla. Un procedimento che prevede tempi lunghi (almeno due settimane), rispetto a un’ordinanza che è già in vigore dalla mezzanotte di oggi, Giovedì 30 Aprile appunto.
E’ doveroso ricordare che nelle scorse settimane la Calabria, come la Sicilia, il Comune di Reggio Calabria, il Comune di Messina, la Regione Puglia, la Regione Campania e molti altri enti locali, hanno già varato ordinanze in contrasto con i decreti del Governo, molto più restrittive nei confronti delle normative nazionali. Infatti molte multe e sanzioni sui territori sono state elevate in base alle norme regionali e comunali, più rigide rispetto a quelle nazionali. Non si capisce secondo quale ragionamento le misure fatte in un verso (chiusure) seppur in contrasto con le direttive nazionali, andavano bene e non venivano impugnate, mentre adesso quelle per le riaperture vengono immediatamente messe in discussione da un Governo che dapprima ha sottovalutato l’epidemia e poi ha disposto il lockdown più rigido del mondo intero anche nelle Regioni, come la Calabria, che sono state soltanto sfiorate dalla pandemia. Territori già economicamente svantaggiati a cui adesso vogliono impedire di ripartire, nonostante il tasso di contagio a 0,6 indichi chiaramente come la Calabria possa permettersi – con le cautele del caso – di iniziare a riaprire qualcosa, e in modo particolare le attività all’aperto dove il rischio di contagio è molto basso.