Coronavirus, sale a 24 il numero degli anziani della RSA di Chiaravalle morti in Calabria. L’OMS: “in Europa il 50% dei morti è nelle case di riposo, tragedia inimmaginabile”

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Coronavirus in Calabria: ancora un decesso oggi pomeriggio al Policlinico universitario “Mater Domini” di Catanzaro

Si aggrava il bilancio dei decessi tra gli ospiti della casa di cura per anziani di Chiaravalle Centrale (Catanzaro), uno dei focolai di coronavirus in Calabria. L’ultimo decesso si e’ registrato oggi pomeriggio al Policlinico universitario “Mater Domini” di Catanzaro: lo confermano fonti ospedaliere. La vittima, la 24esima riconducibile al focolaio della Rsa chiaravallese, e’ un uomo di 92 anni, di Guardavalle. Sono stati oltre 70, tra anziani degenti e dipendenti della struttura, i casi di positivita’ al coronavirus riscontrati alla casa per anziani di Chiaravalle Centrale. Nelle scorse settimane la procura della Repubblica di Catanzaro ha aperto un’indagine finalizzata a ricostruire le cause del contagio deflagrato nella casa di cura e le eventuali omissioni nella gestione della vicenda.

L’Oms, in Europa metà dei morti nelle case di riposo

Sono i moderni lazzaretti in questa peste del XXI secolo, i buchi neri della pandemia: in diversi Paesi d’Europa la meta’ dei morti da coronavirus erano anziani ospitati nelle case di riposo, falcidiati in massa dal Covid-19. “Una tragedia umana inimmaginabile”, quella denunciata dall’Organizzazione mondiale della sanita’, che ha fotografato una situazione ancora “profondamente preoccupante” vissuta in questo tipo di strutture. Che gli anziani – e con loro spesso anche le persone chiamate a prendersene cura – fossero le vittime piu’ colpite del nuovo coronavirus lo si era capito fin da subito, quando arrivavano le notizie dei primi decessi e i primi dati sulla mortalita’. Ora i numeri sembrano certificarlo ancora una volta. Tra i Paesi dove il fenomeno e’ risultato piu’ eclatante figura la Francia, dove al 15 aprile il 49,4% dei morti erano residenti in case di riposo, secondo dati comunicati dall’Oms alla France Presse. In Irlanda il numero dei decessi in queste strutture – emerge dai dati aggiornati al 13 aprile – risultava addirittura il 55,2% del totale. Il direttore europeo dell’agenzia delle Nazioni Unite, Hans Kluge, ha invitato a ripensare con urgenza il modo in cui funzionano le case di cura “oggi e nei mesi a venire”. Sottolineando che “le persone compassionevoli e dedicate che lavorano in quelle strutture – spesso sovraccaricate di lavoro, sottopagate e prive di protezione adeguata – sono gli eroi di questa pandemia“.

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