Coronavirus, Santelli: “Governo dia maggiore autonomia alle Regioni. Protesta sindaci? In Consiglio Regionale il Pd aveva chiesto l’apertura dei ristoranti”

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Coronavirus e Fase 2 in Calabria: Santelli ha risposto alle affermazioni di Conte e replicato alle polemiche dei sindaci del Pd

Intervenuta nella trasmissione Tagadà, condotta su La7 da Tiziana Panella, la governatrice della Regione CalabriaJole Santelli, ha risposto al premier Giuseppe Conte“I calabresi hanno reagito bene, rispettando le regole, ora bisognerà tornare gradualmente alla normale vita con la consapevolezza della prudenza e precauzioni. L’Italia non è tutta uguale, in alcune regioni non ci sono contagi, come in Basilicata”.

Questa mattina il Premier Conte ha definito “provvedimenti improvvidi” le disposizioni emanate nell’ordinanza di Jole Santelli, la governatrice ha così replicato alle domande: “Noi non abbiamo contagi autoctoni, ma contagi di ritorno, di persone tornate dal Nord. Il Governo nell’ultimo Decreto dice che è vietata la mobilità regionale, ma che poi è consentito il ritorno nei propri domicili. Su richiesta della Protezione Civile e Ministero dell’Interno, stiamo attrezzando centri Covid per immigrati. Ovvero il Governo mi ha mandato 50 immigrati in condizioni di non salubrità. La Fase 1 è iniziata con la chiusura delle scuole, quattro giorni dopo il Governo ha fatto l’ordinanza che abbiamo fatto noi in Calabria. Appena ho fatto l’Ordinanza si è scatenata la polemica politica, ai sindaci del Pd dico che in Consiglio Regionale il Pd mi ha chiesto l’apertura dei ristoranti. Io consento solo l’asporto nei ristoranti e dei bar all’aperto”.

Il presidente Santelli infine ha ascoltato in diretta le risposte dei sindaci della Calabria pervenute quest’oggi, dopo l’ordinanza regionale:  “Non possiamo pensare che abbiamo aperto un ristorante e il giorno dopo sarà pieno. Se apriamo oggi, posso auspicare che le attività riaprano le saracinesche. Dal Governo – conclude la governatrice – mi aspetto delle leggi cornice all’interno delle quali dare alle Regione margini di autonomia”.

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