De Luca querela Le Iene: “si sono permessi di scrivere che io ero al corteo funebre e poi hanno modificato l’articolo. Sono calunnie che sporcano la città di Messina”
Nel mirino del sindaco De Luca stavolta ci sono i giornalisti de Le Iene, colpevoli di aver diffuso… una bufala. A scatenare l’ira del sindaco di Messina è un articolo in cui si riporta la notizia del corteo funebre del fratello dell’ex boss Sparacio, nel quale, erroneamente, è stato scritto che ha preso parte anche il primo cittadino.
De Luca già in diverse occasioni ha dichiarato di essere venuto a conoscenza del corteo solo nella giornata di lunedì (il corteo si è svolto sabato) e di non gradire né i ringraziamenti né accostamenti con personaggi vicini alla criminalità organizzata.
Il sindaco già ieri sera aveva annunciato querela nei confronti dei giornalisti del noto programma Mediaset e stasera ha rincarato la dose, condividendo sui social un video (che riproponiamo a corredo dell’articolo) e rilasciando dichiarazioni di fuoco nella sua consueta diretta facebook serale. Ecco cosa ha detto stasera il sindaco:
Il segretario generale Carrubba: “a nessuno è stato consentito di accedere al cimitero”
Il corteo funebre, dalle notizie di stampa, si è formato intorno alle ore 15.30 dinanzi all’abitazione in cui si è verificato il decesso del sig. Sparacio, sita in via del Santo n.180 “complesso Gelsomino” che dista 1,8 km (percorso carrabile) dal Gran Camposanto. Durante il tragitto effettuato dal ‘corteo’ la centrale operativa della Polizia Municipale non ha ricevuto alcuna telefonata o qualsivoglia segnalazione in ordine alle violazioni che si stavano perpetrando in quella zona della città. Nella fascia pomeridiana 13-19, come previsti, sono stati effettuati servizi di controllo del territorio con quattro pattuglie in auto che hanno svolto vari interventi, ma in zone diverse dalla via del Santo e del Cimitero monumentale. Certamente se fosse giunta una segnalazione dell’assembramento formatosi, le pattuglie in servizio si sarebbero dirette sui luoghi per ripristinare le regole, sanzionare e denunciare i trasgressori. La gravità dell’accaduto rendeva necessario allontanare qualsiasi sospetto sulla struttura organizzativa comunale ed informare i cittadini che in questa spiacevole vicenda, gli uffici comunali che ne sono stati interessati, hanno correttamente operato e nessuna responsabilità od omissione è ad essi attribuibile. Diversamente non si sarebbe esitato ad adottare i provvedimenti sanzionatori. E’ giusto sottolineare – conclude la dottoressa Carrubba – che l’impegno per la diffusione di una cultura della legalità e contro ogni forma di criminalità, rappresenta un punto fermo dell’azione amministrativa comunale, sempre improntata a permeare i comportamenti e la coscienza di ciascun dipendente affinché possa attendere con coraggio ed onestà ai propri compiti quotidiani”.