Il Coronavirus smaschera falsi miti e stereotipi sul Sud scatenando il razzismo delle TV: Feltri è solo la punta dell’iceberg, gli altri sono persino più subdoli

StrettoWeb

Gli attacchi di Feltri, le risatine di Giordano e i servizi di Giletti, Report e delle “grandi TV d’inchiesta” screditano il Sud e il popolo meridionale che invece affronta il Coronavirus meglio del decantato Nord: è la strada più semplice anzichè approfondire le porcherie della sanità padana

Avrà accettato il collegamento televisivo dimenticandosi prima di prendere la pillola della pressione il signor Vittorio Feltri, che dall’agitazione ne ha sparate di tutti i colori. Questa volta però il limite è stato oltrepassato. Non possono e non devono passare inosservate le ormai famose e orribili parole pronunciate ieri sera nella trasmissione ‘Fuori dal Coro’ in onda su Rete4. Il direttore di Libero, rispondendo ad una provocazione di Vincenzo De Luca, governatore della Campania, ha attaccato il Sud affermando: “molta gente è nutrita da un sentimento di invidia, rabbia nei nostri confronti (abitanti del Nord, ndr) perché subisce una sorta di complesso di inferiorità. Io non credo ai complessi di inferiorità, ma credo che i meridionali, in molti casi, siano inferiori”. Oltre a queste clamorose dichiarazioni, sorprende ancor di più la reazione del conduttore Mario Giordano, che non solo non ha preso le distanze da quegli ingiustificati attacchi ma – ridacchiando sotto i baffi – si è preoccupato dell’audience che avrebbe avuto il suo programma dopo quelle frasi piene di odio: “no direttore, così me li fai arrabbiare davvero, non puoi dirlo questo. Se mi cambiano canale è un guaio”, ha affermato sorridendo il giornalista Mediaset.

In un periodo di difficoltà legato al Coronavirus, in cui ogni spot pubblicitario bombarda la mente degli ascoltatori con l’hashtag #andràtuttobene e si invita la popolazione a restare unita e ad aiutare il prossimo, i cittadini meridionali sono costretti pure a guardarsi le spalle da attacchi provenienti dalle Tv nazionali. E’ questo ultimo caso si somma al servizio del giornalista Fabrizio Feo, nativo di Salerno (un meridionale come noi, pazzesco!), trasmesso nel corso dal Tg3: “a Napoli, PalermoReggio Calabria una gambizzazione non farebbe nemmeno notizia. Ma ad Ostia, sì”. E’ la frase esatta utilizzata dall’inviato per raccontare degli spari contro un parente del clan Spada, accaduti in provincia di Roma. E che dire poi di Massimo Giletti ogni sera preoccupato a Non è l’Arena di raccontare degli scandali sulla sanità che riguardano la Calabria mentre invece la Calabria è la Regione che sta affrontando meglio la pandemia di Covid-19 a fronte dei disastri del Nord? Immancabili anche le “inchieste” di Report, ancora una volta sulla Calabria mentre in Lombardia sono morti centinaia di medici e infermieri contagiati negli ospedali!

Ecco perchè alla fine Feltri è solo la punta dell’iceberg: è stato il più esplicito, ma il razzismo subdolo di molti altri fa ancora più male. Perchè continua ad alimentare stereotipi che il Coronavirus ha smascherato. Tutta questa gente dovrebbe premurarsi piuttosto di focalizzare la propria attenzione sugli scandali organizzativi della tanto decantata sanità della Lombardia o dell’Emilia Romagna, dove a farne le spese sono stati i poveri cittadini deceduti in queste settimane per colpa del Covid-19 e della cattiva organizzazione. E non certo sul Sud dove la pandemia è stata limitata proprio grazie all’efficienza degli ospedali e al grande senso di responsabilità della popolazione.

Attaccare il Sud è diventato sin troppo facile e questi stereotipi adesso hanno stancato tutti. Nessuno è più disposto a reggere il vostro gioco, cari Feltri, Giordano, Giletti e via discorrendo. Il Coronavirus ha semplicemente smascherato la falsa gloriosa reputazione di cui gode la sanità del Nord, tanto decantata da questi nobili signori come terra di eccellenze e grandi valori, luogo in cui oggi purtroppo si paga lo scotto più caro per gli evidenti errori della classe politica e manageriale. E dove finisco i demeriti del Settentrione, iniziano quelli del Meridione, ricordato dalla stampa nazionale solo quando si deve parlare di mafia e di ‘ndrangheta.

Perché l’egocentrico Giordano non manda i suoi inviati all’ospedale di Palermo, dove un signore di Bergamo, in coma per 8 giorni, dato per spacciato, è stato rimesso in sesto dai medici siciliani? Oppure dedica un approfondimento sui due pazienti lombardi usciti sani e salvi dall’ospedale di Catanzaro? Purtroppo bisogna ascoltare la Tv estera per sottolineare il grande lavoro che stanno facendo gli esperti del Cotugno di Napoli o dello Spallanzani di Roma, o venire a conoscenza che a Londra il luminare vicino a Boris Johnson è un calabrese laureatosi a Reggio Calabria. Con questo non si vuole far credere che nelle regioni del Sud non esistano gli sprechi o la mala organizzazione, ma bisogna essere anche intellettualmente onesti nel riconoscere che si tratta di un discorso estendibile a tutta Italia ed è servito il Coronavirus per aiutarci a capirlo.

“A me risulta che tutti gli anni 14mila campani siano venuti a Milano per farsi curare nelle strutture sanitarie lombarde che sono più rassicuranti”, è un altro attacco scagliato da Feltri nella totale compiacenza dell’amichetto Giordano, è questo un falso mito da dover sfatare. Quanti sono, invece, i pazienti, anche padani doc, che vengono rifiutati dagli ospedali “dell’eccellenza lombarda”, perché sono più difficili da curare e quelle strutture non vogliono correre il rischio di veder crollare le statistiche sulla sopravvivenza dei loro pazienti? E’ facile ottenere alte percentuali con questi “trucchetti”, volti esclusivamente a vantarsi di essere i migliori.

Eppure in Calabria l’esempio del neo-governatore Jole Santelli, malata di tumore da diversi anni, nonostante fosse parlamentare e residente a Roma, ha deciso di curarsi Paola, nella Provincia di Cosenza. E’ stato grazie al lavoro dei medici del luogo se le sue condizioni di salute sono migliorate, spingendola a candidarsi alle elezioni regionali e a prepararla ad affrontare una sfida che la proietta a un impegno istituzionale così importante per almeno 5 anni senza alcun tentennamento.

E’ evidente che la situazione di emergenza sanitaria abbia invertito le carte, adesso è il Sud a doversi allungare per dare una mano ai pazienti del Nord. Quindi appare meschino e vergognoso che le Tv nazionali continuino a parlare della presunta inefficienza degli ospedali siciliani, calabresi, pugliesi o campani, anziché occuparsi dei palesi disastri di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna o Marche dove sono morti oltre 180 tra medici e infermieri ed ogni giorno si apprende di contagi all’interno del personale sanitario (decine di migliaia di operatori!). Nel cuore del Sud, invece, funzionano anche gli ospedali di Provincia come il GOM di Reggio Calabria, dove invece soltanto 6 operatori sono risultati positivi al Coronavirus in tutte queste settimane su 1.700 addetti alla struttura. Un numero talmente tanto basso che questa mattina StrettoWeb ha rivolto un appello al sindaco Giuseppe Falcomatà affinché domani consegni il San Giorgio d’Oro alla struttura ospedaliera reggina.

E’ l’ora di dire basta a tutti questi atroci soprusi, di permettere a questa gente di definirci “esseri inferiori” o addirittura “mantenungoli ingordi“, di far passare il Sud come parte becera dell’Italia. Perché qui, esattamente come al Nord, esiste gente perbene che si sveglia la mattina presto e torna a casa la sera tardi per portare da mangiare ai propri figli. E se davvero tra di noi esiste un mantenungolo ingordo, quelli sono proprio questi signori che vivono coi soldi dei finanziamenti pubblici alla stampa, per sparare scemenze sui propri giornali e all’interno delle proprie trasmissioni prendendosi pure il lusso di offendere i meridionali. Giornalisti che si sono mostrati ancora una volta scuri e tristi come il cielo di Milano. Chissà quante volte si saranno recati in Sicilia o in Calabria per trascorrere le proprie vacanze estive o abbiano mangiato al ristorante le prelibatezza di uno chef pugliese o lucano. Facciano un profondo esame di coscienza sulle problematiche del Nord, anziché screditare una terra e un popolo sempre pronto a donare amore ed accoglienza.

Magari se vi trovaste di passaggio qui dallo Stretto, saremmo pure disponibili ad offrirvi un caffè di benvenuto, a patto che dopo non vi alteri la pressione…

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