Le indicazioni della scienza. La libertà contro il fascismo. Il coraggio delle scelte. Brava Jole Santelli, tra pochi giorni tutti seguiranno il modello-Calabria

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L’ordinanza di Jole Santelli e la Calabria che riparte forte delle indicazioni della scienza: le verità su una scelta più che giusta

Probabilmente volevano anche in Calabria le task-force con decine di esperti chiamati a decidere in videoconferenza da Londra. Probabilmente volevano anche in Calabria i pescatori suicidati perchè non potevano andare al mare. Probabilmente volevano anche in Calabria continuare a speculare sulle paure della gente, andando a farsi pubblicità col microfono sotto la mascherina rincorrendo qualcuno nel cortile di casa mentre c’era ancora il lockdown. Ma la Calabria, oggi, è libera dal nuovo squadrismo fascista che ci ha fatto vivere due mesi ai limiti della realtà: l’ordinanza con cui Jole Santelli ieri sera ha consentito una serie di riaperture era attesa da giorni, arriva persino in ritardo rispetto alla reale situazione epidemiologica della Regione, ma il governatore ha voluto utilizzare il metodo della massima cautela.

Che si può riaprire, lo dice la Scienza. L’indice di contagio della Calabria è sceso a 0,6, inferiore a quello della Germania o della Svezia che non hanno mai chiuso, o di Svizzera e Austria che hanno riaperto, persino della Danimarca dove i bambini stanno andando regolarmente a scuola. E ieri l’OMS ha indicato la Svezia come “modello da seguire per convivere con il Coronavirus senza lockdown“. La Calabria è stata la Regione meno colpita in assoluto dalla pandemia di Covid-19, anche e soprattutto grazie alle scelte di Jole Santelli che ha subito isolato i focolai dichiarando le “zone rosse” nei piccoli comuni in cui si sono verificati pochi casi di contagio, in strutture come RSA o in ambito familiare, tutte innescate da persone positive rientrate dal Nord a causa del pasticcio del Governo con il famoso decreto del 9 marzo e l’esodo incontrollato da Milano. La soluzione delle zone rosse si è dimostrata talmente vincente che il comitato tecnico scientifico del Governo, prendendo la Calabria come modello, l’ha proposto a tutt’Italia per la “fase 2” che ufficialmente partirà Lunedì 4 Maggio, cioè tra quattro giorni. Intanto nei due mesi scorsi la Regione Calabria è riuscita a raddoppiare i posti di terapia intensiva disponibili nelle Regioni, ed è stata la prima per l’installazione delle tende del pre-triage fuori dagli Ospedali così come ha attrezzato con le aree Covid-19 i principali ospedali di Reggio, Catanzaro e Cosenza, evitando il contagio ospedaliero che invece è dilagato nella tanto decantata sanità settentrionale.

Scelte e provvedimenti che hanno spinto persino il New York Times a dedicare un articolo con termini entusiastici per l’attività di prevenzione sanitaria svolta da Jole Santelli, anche se quei posti letto in realtà non sono mai serviti. In Calabria, infatti, non ci sono mai stati più di 17 pazienti ricoverati in rianimazione, meno del 10% dei posti letto disponibili nella Regione che ha potuto anche ospitare e curare alcuni malati della Lombardia trasportati d’urgenza da Bergamo dove invece i posti li avevano finiti. E oggi i pazienti ricoverati sono appena 6, meno del 5% dei posti letto disponibili. Questo significa che, anche qualora malauguratamente ci dovesse essere una recrudescenza epidemica, le strutture ospedaliere sono pronte ad ogni evenienza.

Ma adesso la Calabria si appresta a diventare un modello anche per la “fase 2”. Che si possa ripartire lo dice la scienza in base ai numeri del contagio, a fronte di un numero elevatissimo di tamponi. Dall’inizio della pandemia abbiamo in Calabria sono risultate positive 1.102 persone su 32.961 soggetti sottoposti a test. La percentuale dei positivi sui controllati è del 3,3% ed è di gran lunga la più bassa d’Italia e testimonia che il virus non sta circolando nella popolazione calabrese.

Provvedimenti analoghi a quello calabrese sono stati annunciati e in parte assunti, nei giorni scorsi, da molti governatori delle Regioni del Nord (Zaia per il Veneto, Fedriga per il Friuli Venezia Giulia, Toti per la Liguria), nonostante la situazione epidemiologica in quelle aree sia molto più grave rispetto alla Calabria.

Non si capisce perchè, quindi, la Calabria non possa iniziare a ripartire, seppur con tutte le cautele del caso: ma per molti è soltanto una battaglia politica, perchè gli stessi che adesso accusano la Santelli per la sua ordinanza “incosciente”, fomentando i contagiati a chiedere addirittura i danni alla Regione (quindi fino ad oggi dovrebbero chiederli al Governo?!?), sono tutti dello stesso partito che Governa l’Italia (Pd e Movimento 5 Stelle), e sono gli stessi che fino a ieri hanno fatto pressione affinchè la Regione Calabria riaprisse i confini accogliendo i suoi fuori sede provenienti dalle zone del focolaio di Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna!!! In piena coerenza con i consigli degli scienziati, invece, Jole Santelli continua a mantenere la Regione chiusa, ha stanziato delle somme per aiutare le famiglie dei fuori sede a pagare affitti e utenze, ma non consente il loro rientro per evitare un nuovo esodo che faccia esplodere ulteriori focolai come già accaduto lo scorso Marzo. Contemporaneamente, consente ai calabresi che hanno dimostrato grande senso di responsabilità di ricominciare a prendersi qualche libertà.

Sarà inevitabile: chi prima chi poi, nel corso delle prossime settimane tutti faranno come Jole Santelli. Dapprima altri Governatori, poi qualche Sindaco, infine il Governo nazionale. E tutt’Italia tornerà a una relativa normalità che ci porterà a convivere con questo virus a lungo. Potranno esserci altri casi, persino nuovi focolai, e dovranno essere isolati disponendo le zone rosse proprio come ha fatto la Calabria fin qui. Sarà così per anni. E non ci sono alternative.

La scelta della Santelli è la scelta delle libertà contro il fascismo: nessuno sarà costretto ad uscire di casa. E probabilmente tanti psico-fobici rimarranno barricati ancora giorni, settimane, mesi, con i traumi celebrali che quest’emergenza gli ha certamente generato all’interno della corteccia del telencefalo. Ma tanti altri, che questo trauma fortunatamente non ce l’hanno, hanno il diritto di poter scegliere di riprendersi quei diritti costituzionalmente garantiti e troppo facilmente messi sotto i piedi da due mesi senza neanche un voto parlamentare.

Infine, l’ordinanza di Jole Santelli è il coraggio delle scelte. E’ ciò che la politica dovrebbe fare a tutti i livelli, è ciò che ci saremmo aspettati dal premier Conte che avrebbe dovuto consentire la ripartenza almeno nelle Regioni del Sud e invece per l’ennesima volta non ha avuto il coraggio di assumersi un briciolo di responsabilità. Stamattina persino Salvini, non certo un paladino degli interessi del Sud, ha detto che bisogna riaprire in modo differenziato partendo dalle Regioni che non hanno contagi. Stiamo parlando di Matteo Salvini, il leader della Lega Nord! Ma non ci vuole un grande scienziato per capire che, ferma restando la chiusura dei confini regionali, nelle Regioni del Sud che già da dieci giorni hanno azzerato i contagi, si può gradualmente tornare alla normalità prima rispetto al Nord dove l’epidemia continua a dilagare. Avremmo voluto Jole Santelli a Palazzo Chigi, perchè riteniamo ingiusto che siciliani, lucani, sardi, campani, pugliesi e molisani continuino a rimanere ostaggio di un Governo inetto e incapace. Antiscientifico e fascista. Perchè che si può ripartire lo dice la scienza, e che i diritti costituzionali non debbano essere calpestati ulteriormente è pacifico, a maggior ragione lì dove – come in Calabria – l’emergenza sanitaria è finita. Anzi, in realtà fortunatamente non è mai neanche iniziata.

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