Coronavirus a Messina, la proposta di Gioveni: “Censire tutti negozi chiusi”

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Il consigliere comunale propone di censire tutte le attività commerciali che a causa dell’emergenza coronavirus sono state costrette a rimanere chiuse: “Trasmettere questi dati alla Regione”

Nell’attesa che Giunta e Consiglio Comunale valutino concretamente la proposta del consigliere comunale Libero Gioveni di concordare con i proprietari dei locali commerciali delle misure volte ad agevolare i commercianti che pagano l’affitto dei locali (per esempio sgravando i proprietari dal pagamento dell’IMU in cambio di una sensibile riduzione dell’affitto che loro adotterebbero nei confronti dei negozianti), lo stesso consigliere chiede che ci si adoperi per avviare un censimento di tutte quelle attività commerciali che a causa dell’emergenza Covid-19 sono state costrette a rimanere chiuse (abbigliamento, intimo, scarpe, parrucchieri, barbieri, estetisti, ristoranti, bar, pasticcerie, studi medici, professionali, imprese edili, vendita materiali per l’edilizia, ferramente, artigiani, fotografi, agenzie varie, autoscuole, gioiellerie, profumerie, librerie, cartolerie, copisterie ecc.).

L’ideale – afferma Gioveni – sarebbe quello di creare una piattaforma informatica nel sito del Comune di Messina, sulla stessa stregua di quella già utilizzata per gli esercenti che si stanno attualmente accreditando per la family card, in modo tale da avere un quadro chiaro e completo di tutti i negozianti, imprenditori e liberi professionisti che stanno subendo, ormai da due mesi a questa parte, delle grosse perdite.

In particolare – prosegue il consigliere comunale – sarebbe opportuno che ognuno di loro compilasse un report analitico in cui risultino la descrizione del tipo di attività, del fatturato medio dell’ultimo trimestre dell’anno 2019, delle spese per l’affitto e per i tributi, del numero dei dipendenti, dei potenziali mancati introiti dovuti alla chiusura e qualsiasi altro elemento utile a capire l’entità del danno economico subìto.

Questi dati – conclude Gioveni – potrebbero servire a valutare sia tutte le eventuali misure che il Comune potrebbe pensare di adottare per bloccare intanto questa “emorragia” economica delle attività, sia per trasmetterli direttamente alla Regione per i consequenziali provvedimenti di sostegno da varare nei loro confronti”.

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