Fase 2 a Messina, Bisignano: “Allentare il lockdown adesso è da irresponsabili”

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Fase due a Messina, la riflessione dell’ex assessore provinciale Bisignano

Riportiamo di seguito la riflessione dell’ex assessore provinciale Michele Bisignano in merito al quadro epidemiologico a Messina e alla Fase due:

Ritengo sia necessario ritornare sui dati riguardanti la diffusione del contagio del covid19, perché credo che a livello locale non si abbia contezza della loro effettiva gravità. Facendo un raffronto fra numeri di persone risultate positive al contagio dall’inizio della epidemia ad oggi, e persone decedute, a livello nazionale si riscontra una percentuale di letalità dell 13,5%, che chiaramente non è poco come vogliono far credere i fautori della fine immediata del lockdown. In Sicilia, pur non avendo avuto le zone rosse ad alta concentrazione abitativa delle regioni del nord-Italia, la percentuale si mantiene al 7,4 % circa. Ma se analizziamo i dati delle tre città metropolitane abbiamo una differenza di non poco conto fra Palermo con il 6% circa di letalità, Catania con l’8,4 e Messina con il 9% di letalità con qualcosa in più per Messina città. Ma questi dati, che non sono certo esaltanti, si riferiscono a contesti in cui sono state adottate misure di contenimento con l’ invito o “l’ordine” a secondo delle varie realtà, a restare consegnati in casa ed a rispettare le indicazioni per il distanziamento sociale e tutte le altre misure restrittive e limitative poste in essere. Con questi dati che riguardano la nostra realtà urbana è mai pensabile dichiarare che non verrà rispettato il nuovo DPCM sia per le modalità, che per le date scadenzate previste per la cosiddetta fase 2, ed annunciare l’allentamento delle misure adottate fino ad ora? Ed ancora è un atteggiamento responsabile annunciare la riapertura anticipata di attività che per loro natura sono destinate a determinare possibili assembramenti e vicinanza promiscua, senza che vengano prima posti in essere tutti quei meccanismi di sicurezza, che possano evitare la diffusione del contagio? Perchè, il virus non è nell’aria come veniva gridato impropriamente tutte le sere da un altoparlante gracchiante, ma viene portato e diffuso, purtroppo, dall’essere umano. E chi ha responsabilità istituzionali ai vari livelli ha il preciso “dovere” di impedire, per quanto possibile che ciò possa avvenire”.

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