Reggina, De Rose: “qualcuno voleva la nostra morte sportiva, ma noi siamo immortali”

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“Non capisco perché tanti presidenti non vogliano neppure riprendere gli allenamenti. Forse non vogliono pagare i giocatori”, così il capitano della Reggina, Francesco De Rose

Passano i giorni senza potersi allenare al Sant’Agata, ma in casa Reggina l’obiettivo resta sempre la promozione in Serie B. La speranza della società, dei calciatori e dei tifosi è quella di tornare in campo, ma se ciò non fosse possibile che si provveda a tutelare i meriti sportivi. E’ in sintesi il pensiero di capitan Francesco De Rose, che stamattina è intervenuto ai microfoni della tv ufficiale amaranto. Il mediano calabrese ha aggiunto: “in mezzo a tutto questo c’è una casa che non capisco. Perché tanti presidenti non vogliano neppure riprendere gli allenamenti? Forse non vogliono pagare gli stipendi dei tesserati? Se così fosse è decisamente sbagliato, non è corretto. Io vorrei riprendere a giocare e vincere il campionato sul campo. Ma qui nessuno prende posizioni, forse a tanti fa comodo così. Gallo? A lui posso fare soltanto i complimenti. Quando si stipula un contratto, va portato a termine e mi dà fastidio che tanti presidenti approfittino di questa emergenza. Mi confronto spesso con i colleghi di altre squadre, so di tanti che approfittano di questa situazione per non pagare le ultime mensilità. Promozione a tavolino? La Reggina non ha mai fatto alcun tipo di dichiarazione su questo discorso ed anche questo è sinonimo di serietà. Sono stati sempre gli altri a parlare di noi, e sono in molti a ritenere che sia giusto promuovere la Reggina nel caso in cui non si dovesse ripartire. Qualche altro voleva la nostra morte sportiva, ma noi siamo immortali”.

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